I manager del 2027 dovranno aver studiato al classico

Entro cinque anni un terzo delle competenze attuali sarà obsoleto, ma tra dieci anni ai manager serviranno le «vecchie» conoscenze umanistiche. Per imparare a raccontare le proprie aziende

Gli studi umanistici saranno l’arma dei manager del futuro. Un po’ a sorpresa a raccontarlo sono gli esperti accorti a Expo Training, la più grande manifestazione italiana sulla formazione professionale in corso a Milano. Nel corso dell’evento è stato presentato il progetto del primo Libro Bianco della Formazione da presentare al prossimo Forum Imprese e Management. Secondo il presidente di ExpoTraining, Carlo Barberis, il mondo delle professioni è in fortissima evoluzione. Entro cinque anni, più di un terzo delle attuali competenze sarà obsoleto e in Italia le indicazioni parlano di un indice significativamente superiore al 40%.

Studi umanistici, l’arma dei manager del futuro

Quali saranno allora le caratteristiche dei manager del futuro? Un po’ a sorpresa saranno decisivi gli studi umanistici. Come si scopre nell’Osservatorio ExpoTraining Il lavoro in Italia nel 2027, per il 24% degli oltre 500 fra manager (di grandi, medie e piccole imprese), responsabili informatici ed esperti di comunicazione censiti a luglio, le materie letterarie ed umanistiche saranno tra quelle più richieste. Il digitale sarà insomma fondamentale, dato forse per scontato, ma le competenze delle facoltà universitarie di lettere, filosofia e storia torneranno a essere valorizzate. Il 35% del campione, per contro, ha indicato invece le competenze tecniche (Web, programmazione e più in generale le nuove tecnologie), mentre il 10% ha espresso preferenza per quelle più prettamente scientifiche e il 31% per quelle economiche.

«La tecnologia e Internet», spiega Barberis, «hanno reso la comunicazione alla portata di tutti e ciò di cui già oggi si sente la mancanza sono i contenuti, la capacità di raccontare e di rappresentare l’azienda. Insomma, gli economisti, i tecnici e gli scienziati serviranno eccome ma serviranno anche letterati, giornalisti, filosofi, psicologi, sociologi. Ma occorre anche dire che la formazione umanistica deve trasformarsi ed essere in grado di interagire con le nuove tecnologie e quindi con le nuove necessità del mercato del lavoro».

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