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Lavoro

Smart working? Meglio stipendio e benefit

Cresce l’interesse degli italiani per il lavoro flessibile, ma i fattori principali ricercati in una nuova occupazione sono retribuzione e sicurezza del posto. I risultati della ricerca sul lavoro dei sogni condotta in occasione dei Randstad Award

Lo smart working? Interessante, ma può aspettare. È lo stipendio la voce più importante per gli italiani in cerca di lavoro, seguito dalla sicurezza del posto e da un’atmosfera piacevole in ufficio. Sono questi i risultati dell’indagine condotta dall’Istituto belga Icma per Randstad in occasione dei Randstad Award 2016 (qui i vincitori); uno studio condotto su oltre 200 mila persone in 25 Paesi che, in Italia, ha coinvolto tra settembre e dicembre 2015 più di 7 mila persone tra i 18 e 65 anni.

In particolare, dall’indagine emerge che retribuzione & benefit è il fattore più importante ricercato in un datore di lavoro; è segnalato dal 55% dei potenziali dipendenti intervistati ed è seguito dalla sicurezza del posto di lavoro (53%) e dall’atmosfera di lavoro piacevole (49%). Solo successivamente vengono un buon equilibrio tra vita professionale e privata (43%), buoni condizioni economiche dell’azienda (41%), crescita di opportunità di carriera (38%), contenuto di lavoro interessante (35%), un luogo di lavoro comodo da raggiungere (30%), formazione di qualità (29%) e lavoro flessibile (28%).

A OGNI GENERAZIONE (E GENERE) IL SUO… Tra i desiderata dei lavoratori sono evidenti le differenze di genere, con le donne che ricercano maggiormente sicurezza del posto, atmosfera piacevole e equilibrio vita professionale-privata, mentre gli uomini sono più attenti alla solidità finanziaria, alle prospettive di carriera e alla formazione. Ma anche differenze per età: i giovani sono più orientati alle opportunità di carriera, alla formazione di qualità e all’atmosfera di lavoro piacevole, mentre i più anziani guardano con attenzione alla stabilità finanziaria dell’azienda e alla sicurezza del posto di lavoro. Analizzando i livelli di istruzione, chi ha laurea o master appare più stimolato dal contenuto del lavoro e dalle prospettive di carriera, mentre chi ha un’istruzione inferiore ricerca maggiormente sicurezza del posto, buona atmosfera e accessibilità.

I SETTORI PIÙ AMBITI. I settori in cui gli italiani vorrebbero lavorare sono soprattutto fashion & luxury (58,8%), media (58,4%) ed elettronica (56,9%). Tra i diversi fattori, moda e lusso convince specialmente perché ritenuto il migliore per condizione economica delle aziende, gruppo manageriale, atmosfera di lavoro, stipendio, equilibrio vita professionale/privata. Per gli altri fattori, per la formazione di qualità e le opportunità di carriera primeggia la consulenza, nella sicurezza del posto si pensa al farmaceutico, per contenuto di lavoro i media, per responsabilità sociale i beni di largo consumo. Se le donne sono decisamente più attratte da fashion & luxury, gli uomini preferiscono l’elettronica. I lavoratori con livello di istruzione oltre il master sono orientati verso i media.

A PROPOSITO DI FLESSIBILITÀ E SMART WORKING. La ricerca del Randstad Award ha indagato anche l’opinione degli italiani sulla flessibilità del posto di lavoro, da cui emerge che – sebbene in base al contratto i dipendenti dovrebbero lavorare in media 41 ore a settimana per il tempo pieno e 29 ore in media a settimana per il part time – i dipendenti lavorano in media 42 ore a settimana per tempo pieno e 31 ore con il part time. Circa un terzo degli italiani, in maggioranza uomini, dichiara di lavorare più di 40 ore a settimana. Il 46% dei dipendenti è soddisfatto del proprio orario di lavoro attuale, mentre il 45% lavorerebbe di più per uno stipendio più alto e il 2% lavorerebbe di più per la stessa retribuzione. Il 7% lavorerebbe di meno guadagnando di meno.Intanto, lo Smart working si afferma come un’opportunità sempre più praticabile per i lavoratori. Il 68% dei dipendenti italiani desidera lavorare da casa almeno occasionalmente: di questi il 39% preferirebbe il telelavoro occasionale, il 19% un numero fisso di giorni, il 10% ogni giorno. Non ci sono differenze significative tra uomini e donne, mentre è rilevante la distinzione per età: i lavoratori più anziani preferiscono il lavoro da casa più dei più giovani. Il telelavoro piace soprattutto ai dirigenti (74%), ma tra gli operai l’interesse supera quello degli impiegati.

LAVORO DI PIÙ PER… / LAVORO DI MENO SE… Una retribuzione superiore è di gran lunga la motivazione principale a lavorare di più, indicata dall’83% dei dipendenti. Solo per il 38% al primo posto c’è l’avanzamento di carriera, per il 22% lo sviluppo personale. Poi vengono anche maggiore influenza sul lavoro, maggiore autostima e una via di fuga dalle attività domestiche. Gli uomini sono più motivati a un aumento di orario rispetto alle donne da una promozione o dall’opportunità di essere più influenti, mentre la promozione è la ragione principale che spinge a lavorare di più la forza lavoro tra 25 e 44 anni. Le principali motivazioni per lavorare meno invece sono un maggiore tempo libero per sé (74%) e una vita più sana e meno stressante (58%). Dopo vengono l’esigenza di più tempo da passare con i figli, più tempo da dedicare a sport e hobby, più tempo per scuola, studio, formazione, ma anche la volontà di prendersi cura di un familiare, di fare volontariato a scopo sociale o di avviare un’attività in proprio. Se gli uomini desiderano più spesso tempo libero da dedicare a sé stessi, le donne sono più frequentemente motivate da maggiore tempo per i figli. Sono i lavoratori più anziani a sottolineare l’esigenza di lavorare meno per un migliore equilibrio vita professionale-privata.