Outplacement? Per lo Stato un risparmio da 900 milioni di euro

Una regolare ricollocazione professionale per i lavori in mobilità come ricetta per superare la crisi e ridurre la spesa pubblica. Se ne è discusso oggi a Roma nel corso del convegno sulla Riforma del Lavoro organizzato da Intoo

Outplacement come politica a favore delle persone ma anche come ricetta per superare la crisi e ridurre la spesa pubblica. Il regolare ricorso alla ricollocazione professionale per i lavoratori in mobilità potrebbe portare a un risparmio per lo Stato di circa 900 milioni di euro l’anno grazie all’abbassamento dei tempi di reinserimento lavorativo.

Il dato arriva da Intoo, la società di Gi Group esperta in programmi di continuità professionale individuale o collettiva, che lo ha illustrato nel corso del convegno organizzato oggi a Roma dal titolo: “Riforma del Lavoro. Quale impatto sulle politiche attive? Le aziende incontrano il senatore Ichino”.

«Nonostante la crisi persistente del mercato del lavoro, i candidati inseriti e seguiti in programmi di continuità professionale (siano essi dirigenti, quadri, impiegati od operai) hanno ritrovato occupazione in media in 6 mesi con un’importante riduzione del rischio di marginalizzazione e di minori possibilità di impiego insite nel protrarsi di una situazione di mobilità – ha sottolineato Angelo Salvatori, partner di Intoo. Il ricorso sistematico a questo servizio e la maggior collaborazione tra i centri per l’impiego e le società specializzate porterebbe pertanto, oltre che benefici per le persone, ad una riduzione di costi per lo Stato pari a circa 6 mesi di copertura dell’ASPI che, in caso di 1.000 euro di assegno medio per circa 150mila lavoratori in mobilità, ammonterebbe a circa 900 milioni di euro totali all’anno».

Perché l’outplacement è una di quelle politiche attive, il cui potenziamento contribuirebbe a un recupero di fiducia da parte dei lavoratori italiani che, a settembre, sul fronte del reimpiego sono risultati i più sfiduciati a livello europeo, dopo gli spagnoli, secondo l’Employee Labour Trust Index di Gi Group, ritenendo necessari 14,87 mesi in media per ritrovare lavoro, in caso di perdita del proprio.

«Il 3% del PIL di Danimarca e Germania è destinato alle politiche attive, in Italia solo lo 0,3% e la Riforma fornisce per il momento alcuni suggerimenti alle aziende di buona volontà, più che veri incoraggiamenti – conclude Cetti Galante, ad di Intoo. Per questo riteniamo che l’impegno in materia da parte dello Stato debba essere rafforzato, ad esempio, con incentivi fiscali per le imprese e che, anzi, l’outplacement debba diventare un servizio obbligatorio per legge, come già accade in altri Paesi europei, in modo da attivare un investimento sia da parte dell’azienda nel supportare le persone a ritrovare un posto di lavoro, sia da parte dei lavoratori a sviluppare percorsi di continuità professionale secondo una rinnovata cultura della responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti».

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