La ripartenza inizia dalla felicità sul lavoro

L'emergenza Covid ha indotto i manager a riflettere sulla gestione del personale, riscoprendo l'importanza del benessere in ufficio

A quanto pare il lockdown ha riportato al centro dell’attenzione le risorse umane, inducendo Ceo e top manager a riflettere sulla gestione del proprio personale. In particolare, felicità e benessere sul luogo di lavoro sono divenuti più che mai pilastri fondamentali per tornare a infondere fiducia nei dipendenti dal momento che il rientro in azienda è vissuto con preoccupazione da molti. Creare un ambiente di lavoro nel quale vi è un costante dialogo e interessamento da parte dei vertici, ridurre al minimo lo stress lavorativo, che è una tra le prime cause di produttività negativa, sono solo alcuni degli obiettivi che si prefiggono le aziende. Emerge chiarmente dalle richieste giunte nel primo semestre 2020 alla Lang&Partners, società di consulenza HR italiana specializzata in scouting e coaching, con particolare attenzione ai temi della Diversity & Inclusion e allo sviluppo di progetti speciali.

Il 25% dei manager chiede coaching su “Happiness at work e benessere psicologico dei dipendenti” per avvicinarsi a loro, comprenderli meglio, leggerne i bisogni in modo da implementare la capacità di influenzare positivamente ed essere rispettati e riconosciuti come leader di valore. Un leader che oggi deve avere competenze sempre più trasversali e sia in grado di sviluppare la e-leadership, ossia la capacità di utilizzare al meglio le tecnologie digitali, di introdurre innovazioni digitali nella propria azienda e di essere in grado di garantire ai dipendenti le giuste strumentazioni e la formazione necessaria per essere al passo con l’evoluzione digitale che si sta attraversando, soprattutto in questi mesi, nei quali si assiste all’affermazione di modalità di lavoro a distanza, come lo smart working. Inoltre, il 30% delle aziende chiede supporto nello sviluppo di progetti di Diversity&Inclusion.

Allo stesso modo, molto sentito è il tema della leadership femminile: le donne sono ancora considerate meno adatte a ricoprire un ruolo di comando e l’Italia, per quel che riguarda la presenza femminile ai vertici, si posiziona molto in basso rispetto alla media europea: solo due dirigenti su dieci sono donne a causa di pregiudizi persistenti che adeguati programmi di coaching e formazione possono aiutare a scardinare. Qualcosa però inizia a muoversi e si registra un interesse molto forte, unito ad un’accresciuta sensibilità, verso la leadership inclusiva e i bias nel recruitment: le aziende stanno vivendo un vero e proprio ricambio generazionale e di stile di leadership che lascia dietro di sé l’idea ormai anacronistica che ai vertici di un’impresa possa esserci solo un maschio. Oggi le aziende devono prendere posizione in merito ai cambiamenti sociali che si stanno verificando, facendo sentire i dipendenti parte di un gruppo, nel quale la diversità e le peculiarità di ognuno diventino la vera ricchezza.

Nuove professioni: digitale al comando

Emerge inoltre una crescita di domanda di alcune figure professionali legate al comparto del digitale, fondamentali per la ripresa post lockdown: in primis lo specialista di SEO e SEM che si occupa di incrementare l’adesione del consumatore sui social e sui siti web delle aziende, rendendo operative le strategie di marketing. Durante l’emergenza sanitaria e l’obbligo della quarantena, l’ecommerce delle aziende è stato spesso il fattore decisivo per la sopravvivenza del business. Per poter avere un ecommerce efficiente è necessario avere un team formato appositamente, che comprenda figure quali l’Ecommerce Business Analyst, responsabile dell’analisi dei dati di vendita online, e l’Ecommerce Manager/Director che corrisponde al direttore commerciale e coordina le funzioni aziendali che strutturano l’e-commerce.

Stando ai dati di Lang&Partners il comparto del digitale in questo primo semestre del 2020 ha pesato per circa il 60% delle figure professionali ricercate, quali, ad esempio, Digital Marketing Manager, coordinatore delle attività di marketing legate al digital, e Chief Trasformation Officer che gestisce tutta l’attività di digital transformation interno all’azienda. Anche nel secondo semestre è previsto un ulteriore sviluppo nella ricerca di specialisti legati al digitale mentre si registra un rallentamento (-30%) nella ricerca di figure di altro tipo.

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