L’umorismo per il successo aziendale

Giovanni Vernia, comico di Zelig con un lunga carriera da manager alle spalle, sale in cattedra per un workshop dedicato ai dirigenti intenzionati a fare del proprio sense of humor un vero e proprio asso nella manica

Chi ha detto che un capo divertente non è professionale? Che un manager che sorride è poco serio? Affrontare i problemi con un diverso spirito, quello dell’umorismo, può aiutare a trovare tutta una serie di soluzioni trasversali. L’uomo in carriera, imprigionato nel cappio di una cravatta annodata ben stretta che minaccia di strangolarlo, dovrebbe lasciar spazio a una versione di se stesso decisamente più easy going. Questo perché, nel tentativo di preservare la propria autorevolezza, il rischio che si corre è quello di prendersi troppo sul serio, trascurando il potere benefico di un semplice sorriso. A dispensare consigli per rivalutare il caro, vecchio “fattore simpatia” ci pensa Giovanni Vernia , il personaggio che non ti aspetti, in arrivo direttamente dal palco di Zelig. Abbandonati i pantaloni “animalier” del discotecaro Jonny Groove, Vernia è un professionista di spessore, con un curriculum tutt’altro che comico: prima di arrivare al successo nel mondo dello spettacolo, Vernia si è lasciato alle spalle una luminosa carriera: dal ruolo di consulente in Accenture al triennio da country manager di Webtrends Inc, passando per ruoli di responsabilità in Avanade e Altran Group. A 38 anni l’ingegnere/comico genovese si può certo definire un uomo realizzato, ma la sua voglia di sperimentare non si è per questo affievolita. Così, dall’incontro tra la sua vocazione di comico e consulente, è nata l’idea di un workshop per rivalutare l’importanza dell’umorismo in azienda. Pare proprio che la capacità di strappare un sorriso sia un ottimo espediente per ottenere successo, migliorare la qualità delle relazioni interpersonali e agevolare il conseguimento degli obiettivi aziendali. Naturalmente per riuscirci è necessario conoscere il confine tra umorismo e ridicolo, evitando così d’incorrere in quegli eccessi che rendono spesso il manager dotato di sense of humor mal calibrato inviso ai dipendenti e poco credibile agli occhi dei suoi interlocutori. Infondo, se è vero che un sorriso può giovare al benessere psicofisico degli individui, perché riservare questo beneficio alla sola sfera privata?

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