Stefano Filipazzi: Motivazioni personali e sfide quotidiane

Stefano Filipazzi, Managing Director di GHD Italia

Questa intervista a Stefano Filipazzi, Managing Director di GHD Italia, è parte de A CIASCUNO IL SUO MINDSET


Un mindset orientato al successo nasce da una motivazione più profonda e personale sul perché facciamo una certa cosa o un certo lavoro. È legato alla voglia di spingere noi stessi a essere il meglio che riusciamo; personalmente non l’ho mai vissuto come una sfida contro gli altri o voglia di vincere fine a se stessa, quanto una sfida per me stesso, uno stimolo a trovare idee innovative, con l’ambizione di andare oltre e realizzare cose che altri non pensavano neppure possibili.

Un aspetto fondamentale è la voglia di uscire sempre dalla propria comfort zone, riconoscere i propri limiti per poterli superare e farsi sempre spingere dalla curiosità professionale, mettendosi in gioco e cercando di evitare l’errore, soprattutto quando si è avuto successo, di guardare più al passato che al futuro.

Un mindset orientato al successo richiede anche una buona predisposizione ad accettare qualche sconfitta, sviluppando la capacità critica di imparare dai nostri errori. Sfortunatamente, non tutte le aziende favoriscono una cultura in cui sia permesso commettere errori, eppure è essenziale, soprattutto in contesti aziendali giovani e dinamici, poiché accettare lo sbaglio è fondamentale per costruire il successo nel tempo.

È una dote naturale, si impara? Entrambe le cose. Io l’ho sviluppato attraverso una combinazione di caratteristiche personali e apprendimento nel corso della carriera, al fianco di leader e imprenditori che hanno influenzato positivamente il mio stile.

Oggi essere leader penso richieda la capacità di essere dei visionari pragmatici, avendo quindi da un lato idee chiare che guardino al futuro, ma al tempo stesso anche la capacità a semplificare la grande complessità della realtà di oggi, in continuo aumento, per riuscire a concretizzare e rendere reali quelle idee. In questo senso, possono fare la differenza la nostra capacità di comunicare, di coinvolgere le persone, l’empatia; una leadership moderna è molto lontana dal vecchio modello del one man show, per fortuna direi.

Infine, bisogna saper valutare l’efficacia di un particolare mindset, anche per correggerlo. Penso che i tre punti chiave siano: i risultati economici, la crescita delle persone e la forza del brand. Se su tutti e tre siamo stati bravi, allora l’efficacia è stata ottimale e orientata a un successo duraturo. Al di là dei risultati tangibili, però, io lo valuto anche guardando le persone attorno a me: sono loro lo specchio di una azienda, mi fanno capire quanto sia riuscito a trasferire e quanto loro mi abbiano arricchito con la loro energia e passione.

Mi piace, infine, ricordare una frase di Gianluca Vialli: «L’importante non è vincere, ma pensare in modo vincente». In queste poche parole si può riassumere l’essenza della leadership.

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