Marcello Cattani: Serve capacità di adattamento

Marcello Cattani, Presidente e a.d. Sanofi Italia e MaltaMarcello Cattani, Presidente e a.d. Sanofi Italia e Malta

Questa intervista a Marcello Cattani, Presidente e a.d. Sanofi Italia e Malta, è parte di Manager: è più importante la passione o la competenza?


La relazione (o quella che per qualcuno può vivere come lo scontro) tra lavoro e passione è un nodo che affronta chiunque dal momento che si mette alla “ricerca della propria strada”. Dal mio punto di vista, costruirsi una professionalità significa molto di più che svolgere un mestiere. Sviluppare una visione sempre più strategica, avere inventiva e dimostrare solidità nel tempo presuppone ben altro, oltre a una forte passione per ciò che si fa. Avere la fortuna e il privilegio di condividere il proprio percorso con persone di qualità dal punto di vista professionale, ma anche personale e, non da ultimo, in un contesto lavorativo che offra tempi, spazi e opportunità per farlo.

Essere bravissimi, i migliori, in un determinato campo è senza dubbio un vantaggio, ma non sono convinto che rappresenti un’assicurazione rispetto a una lunga e felice vita professionale. Oggi viviamo una dimensione sociale e d’impresa troppo complessa e mutevole, fortemente caratterizzata da un valore aggiunto, prezioso, quello dello scambio di esperienze e dell’interdisciplinarità. Questo premia la capacità di adattarsi, di sviluppare soft skill, di riuscire a scorgere e cogliere scenari futuri. Premia la capacità di stimolare e motivare le persone verso obiettivi sfidanti, mobilizzare le organizzazioni anche nei momenti difficili o non chiari.

Ciò che funziona oggi potrebbe non essere altrettanto efficace domani. Nel mio caso, lo scenario e le sfide che ho approcciato al principio della mia carriera non sono analoghi a quelle che si presentano a chi inizia oggi, per questo dico che anche i lavori che riteniamo giusti per noi sono, alla fine, giusti solo per un po’: si cresce, si cambia, e con noi, cambia il mondo. La passione è fondamentale all’inizio, ma poi dobbiamo essere capaci di coltivare anche le capacità strategiche, relazionali, di mediazione e di adattamento, oltre che imparare ad accogliere positivamente l’imprevisto, mantenendo sempre alto il livello della performance, sia personale che collettiva, nel tempo.

Porto nuovamente a esempio la mia personale esperienza: io ho scelto, spinto da una grande motivazione, un percorso formativo che oggi definiremmo Stem, una laurea in Scienze Biologiche a indirizzo biomolecolare, con una tesi sperimentale su un batterio che ha causato e causa tuttora tante epidemie. Oggi sono il Ceo di un’azienda per cui sfidare i confini della scienza è un impegno quotidiano. Riconosco che sono state la passione e la curiosità nei confronti della scienza, la voglia di occuparmi di salute a condurmi fino a qui: ovvero, forse non dove avevo immaginato mentre studiavo, ma comunque a un ruolo molto gratificante e sempre nella condizione di poter contribuire a un settore strategico, di valore, che impatta davvero, e in meglio, sulla vita di tante persone. Più della passione, oggi, è vedere i risultati di tanta perseveranza e impegno, l’orgoglio di essere parte di un settore industriale, a stimolarmi ogni giorno nel mio lavoro. Di questo, dunque, sono certo: il futuro e i cambiamenti non si possono prevedere, ma quando il debutto è “battezzato” da ciò che ci piace davvero, che ci tiene svegli e ci motiva, siamo certamente sulla strada giusta, indipendentemente da dove ci condurrà. Presidente e a.d Sanofi Italia e Malta 54

© Riproduzione riservata