Lo stress lavorativo non è più un’eccezione, ma la regola per più di 8 manager italiani su 10. È quanto emerge dalla nuova ricerca condotta da Beyond per Factorial, che ha analizzato le condizioni di lavoro dei responsabili di 200 pmi italiane, evidenziando un quadro di forte pressione, inefficienze e strumenti digitali poco funzionali.
L’Italia risulta maglia nera in Europa: l’83% dei manager lamenta ansia e stress dovuti a una disorganizzazione cronica all’interno delle aziende. Il 66% è costretto a fare regolarmente straordinari, e il 63% rinuncia alla vita privata per far fronte alle emergenze sul lavoro.
A incidere maggiormente è la frammentazione degli strumenti digitali: ogni manager utilizza in media quattro tool diversi al giorno, non integrati tra loro. Questo comporta una perdita di produttività di circa nove ore settimanali, il dato più alto fra i Paesi coinvolti nella ricerca.
Ma non è solo una questione tecnica: la mole operativa ostacola anche la sfera relazionale. L’89% dei manager non riesce a costruire rapporti solidi con il proprio team, e quasi la metà perde i talenti per non aver colto segnali di disagio.
In questo contesto, il 43% della giornata lavorativa viene impiegato in attività amministrative ripetitive, mentre un quarto dei manager decide ancora “a istinto” per mancanza di dati aggiornati. Le conseguenze? Il 43% ha assistito a perdite economiche dovute a errori evitabili. La fotografia scattata da Factorial si inserisce in un quadro più ampio sul benessere lavorativo. Anche altre indagini, come People at Work 2025 di Adp, confermano che lo stress lavorativo, seppur in calo, continua a condizionare profondamente la soddisfazione dei lavoratori.
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