Il lavoro dei sogni non è più quello di una volta

Rispetto a dieci anni fa lavori come archeologo, giornalista e avvocato perdono appeal in favore di altri non così scontati

lavoro dei sogniSergeyNivens/iStockPhoto

In un periodo storico dove le trasformazioni nella società sono particolarmente veloci, mutano anche i percorsi professionali ritenuti più interessanti. Una ricerca di Adecco ha messo in luce come sono cambiate le opinioni degli italiani in merito al lavoro dei sogni, rispetto a dieci anni fa.

I risultati dello studio mostrano una progressione molto importante nell’interesse verso professioni sanitarie e, in generale, quelle legate al benessere psico-fisico. Mutamenti profondi vengono riscontrati nel settore dello spettacolo e dell’intrattenimento e nelle professioni umanistiche, mentre si evidenzia una sofferenza particolare legata alle professioni giuridiche e quelle legate alla sicurezza e alle Forze dell’ordine in generale.

Lavoro dei sogni in Italia: chi sale e chi scende

Come accennato, nella classifica delle professioni che sono sempre più attrattive per gli italiani sono quelle relative all’ambito sanitario e al benessere. L’interesse verso la professione del medico, rispetto a dieci anni fa, cresce infatti dell’85% e quella dell’infermiere del 39%. Registrano un vero e proprio boom anche le professioni legate al benessere psichico e fisico: lo psicologo cresce del 148%, il nutrizionista del 349%. In controtendenza l’interesse verso la professione di personal trainer, che cala del -5%.

Più insegnanti e meno archeologi

Nel nostro Paese rimane forte l’interesse verso le materie umanistiche. Rispetto a dieci anni fa, si registra un significativo aumento di chi vuole intraprendere una carriera sia nel campo della diffusione del sapere che in quello nel racconto di storie. Crescono infatti del 75% gli italiani interessanti a intraprendere la carriera come scrittori, del 78% fra chi vuol fare il professore e ben del 123% chi vuol diventare insegnante. Al contrario, crolla del 51% l’interesse verso la professione di archeologo e si contrae del 9% chi è interessato a diventare giornalista. Il ridotto appeal è probabilmente legato alla crisi che i due settori stanno attraversando, che sta portando a un conseguente ridursi delle opportunità professionali in questo campo.

Poco appeal per gli youtuber, boom per gli influencer

Nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento si registra un crollo del 50% di persone interessate a diventare cantanti e un -13% di chi vuole diventare youtuber. Crescita enorme, del 505%, di chi vuole fare l’influencer, ma bisogna considerare che nel 2013 la professione era ancora agli albori. Si registrano infine alcune differenze fra uomini e donne: mentre fra gli uomini cresce del 41% chi vuol diventare un modello e scende del -39% chi vuol fare l’attore, per le donne è il contrario, con la professione di modella che scende del -17% e quella di attrice che cresce del 5%.

Il notaio resta tra i lavori più ambiti

Lo studio della costituzione e della legislazione sembra non esercitare più il fascino di un tempo presso il grande pubblico. Solo la professione del notaio resiste, con l’interesse nei suoi confronti che sale ben del 116% rispetto a dieci anni fa. In sofferenza le professioni di giudice, che cala del 20%, e quella di avvocato, con -28%.

Il lavoro dei sogni nello sport

Se la professione di calciatore è, in Italia, un evergreen, verso la quale l’interesse cresce del 27%, non è la professione sportiva più in crescita. Al primo posto troviamo infatti quella del pilota che, rispetto a 10 anni fa, cresce del 44%. Meno appeal genera invece la professione di allenatore, che cala del 9%.

Poco interesse per le forze dell’ordine

L’interesse degli italiani nell’intraprendere una carriera al servizio dell’ordine pubblico sembra essere particolarmente in crisi rispetto a dieci anni fa. Cala del 21% l’interesse verso una carriera da poliziotto, del 32% quella di pompiere, del 42% quella di carabiniere. Questo scenario indica una problematicità non indifferente per il sistema Paese, che deve necessariamente interrogarsi sulla direzione migliore da intraprendere per rendere più appealing queste professioni, fondamentali per garantire l’ordine e la sicurezza.

“I dati dei Neet e degli abbandoni scolastici mettono in luce come il lavoro sia percepito sempre di meno, soprattutto dai giovani, come un ascensore sociale a differenza del percepito delle generazioni precedenti”, commenta Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco Italia“Ridare questa prospettiva e allo stesso tempo stimolo ai lavoratori deve essere uno degli obiettivi principali del Paese. Come Adecco siamo impegnati in tal senso, inserendo i nostri dipendenti in percorsi di upskilling e reskilling e dando incentivi in busta paga a chi è assunto a tempo indeterminato per ogni corso di formazione svolto. Non solo, realizziamo quotidianamente attività di orientamento e project work con le scuole, che porteranno a oltre 500 assunzioni a tempo indeterminato nel 2023”.

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