Formazione: conoscere per crescere

È indubbiamente in aumento il numero delle richieste di perfezionamento professionale avanzate dalle aziende italiane. Tra le motivazioni l’esigenza di affrontare i cambiamenti economici, climatici e demografici che stanno investendo la società contemporanea. La fotografia scattata al fenomeno nell’ultimo Rapporto di Fonditalia e quali obiettivi si intendono raggiungere

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Formazione? Avanti, c’è posto. In Italia è in atto una vera e propria corsa al miglioramento delle risorse all’interno delle aziende e, parallelamente, alla creazione di profili professionali estremamente specializzati e quindi ad alto valore aggiunto per le imprese. Da 13 anni, Fonditalia, il Fondo paritetico per la formazione, è impegnato nella progettazione e nel finanziamento di progetti formativi aziendali, territoriali e settoriali. Promosso da Ugl e Federterziario, aiuta le imprese italiane ad affrontare le grandi sfide che la globalizzazione impone.

In questi suoi primi 13 anni di vita, il Fondo si è dato un bel da fare. Sono stati stanziati 59 milioni di euro per il finanziamento di 4.700 progetti, che hanno raggiunto 750 mila lavoratori e circa 142 mila imprese appartenenti a tutti i settori lavorativi. La strada è in salita. L’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi del mondo globalizzato. La buona notizia, è che il tessuto imprenditoriale è pronto a rispondere.

Ad assicurarlo a Business People è Egidio Sangue, direttore e vicepresidente di Fonditalia. «L’Italia ha un bisogno urgente di professionalizzazioni ad alto valore aggiunto e, fintanto che le nuove generazioni non saranno pronte per affrontare le sfide che le attendono, dobbiamo investire fortemente e con decisione sulla platea di lavoratori già occupati.

Per farlo, le risorse ci sono, le imprese sono attente e presenti. Imprenditori e manager sono consapevoli che la formazione, oltre a essere un’opportunità di apprendimento per i dipendenti, è una straordinaria occasione per le imprese di crescere sul mercato, affrontando sfide cruciali come quelle della transizione verde e digitale, e dell’export».

Dal 2019, la formazione professionale ha ricevuto una vera e propria spinta. Il biennio 2020-2021, oggetto del Rapporto biennale di Fonditalia 2022, è stato il più dinamico da quando il Fondo paritetico ha iniziato le sue attività. Solo in questi 24 mesi sono stati approvati 1.459 progetti formativi, per un valore, a livello di contributo erogato e approvato, di 22 milioni e mezzo di euro.

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Le richieste di perfezionamento professionale coprono tutti i comparti industriali, ma c’è chi è più virtuoso di altri. Le tematiche più richieste sono l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione. Il Rapporto biennale del 2022, illustra le iniziative che sono state intraprese per promuovere quella che viene considerata la strada maestra per avviare un circolo virtuoso e duraturo, che si traduca in un lavoro dignitoso e sicuro: promuovere la formazione continua, mantenere un costante dialogo fra le parti, dare vita a competenze specifiche e abilitare le persone ad affrontare i cambiamenti economici, climatici e demografici che stanno investendo la società contemporanea.

«Che la formazione costante», sottolinea il direttore Sangue, «sia percepita dalle imprese come strumento fondamentale per la ripresa economica del Paese lo dicono i numeri. Nel biennio della pandemia sono stati approvati 1.400 progetti, con una tendenza alla crescita rispetto al quinquennio precedente. Un’indagine dell’Istituto Nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp), condotta nel 2021, ha certificato che un italiano su due ha competenze obsolete e che solamente il 25% fa formazione. Evidenzia che i margini di intervento sono ancora molto ampi».

La fotografia che esce dal rapporto di Fonditalia del 2022 è quella di un Paese dove le piccole e medie imprese costituiscono una parte importantissima del tessuto produttivo nazionale. Le microimprese, in particolare, rappresentano il principale bacino per Fonditalia. Le regioni che hanno beneficiato in dose maggiore delle iniziative messe a disposizione sono state Lombardia, Puglia e Lazio. I comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori interessati all’attività formativa sono stati quelli del commercio all’ingrosso e dettaglio, con il 25%, seguito a distanza da quello delle costruzioni (14%). Al terzo posto troviamo il settore alberghiero e della ristorazione (13%) e subito dopo quello delle attività manifatturiere (12%). È fin troppo evidente come la pandemia da Covid-19 abbia impattato in modo profondo sulle esigenze delle imprese.

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L’INTERVISTA – Il punto di vista di Simona Ciotti, Business Director di Hr Link

Per quanto riguarda le aziende, l’89% di quelle aderenti a Fonditalia rientrano nelle microimprese, ossia quelle da uno a nove dipendenti. Ben il 66% sono situate nel Sud Italia. L’età media dei partecipanti è compresa fra i 40 e i 49 anni. Gli uomini sono più delle donne (circa il 60%).

Fin qui, lo stato dell’arte. Ma cosa ci riserva il futuro? Il prossimo rapporto biennale uscirà nel 2024, ma Fonditalia ha le idee chiare. La parola d’ordine è cogliere le opportunità, che sono di vario tipo. Da una parte c’è l’accelerazione che la pandemia ha dato ai processi di digitalizzazione, automazione e riorganizzazione delle mansioni, dall’altra quelle messe a disposizione dal Pnrr, che devono essere dedicate allo sviluppo di politiche attive. E per intercettare ancora meglio tutti gli stimoli e i trend che arrivano dal futuro economico globale, Fonditalia negli ultimi anni ha istituito un Osservatorio in collaborazione con il Cnr. Un nuovo approccio, che aiuta ancora di più nella definizione degli scenari sull’evoluzione futura del mondo del lavoro, avendo come orizzonte il miglioramento dei piani di formazione continua e l’adeguamento degli standard italiani a quelli europei.

«Gli strumenti nel nostro Paese ci sono», dice convinto Sangue, «e hanno anche un altissimo valore qualitativo: pensiamo al programma Gol (ossia Garanzia di occupabilità dei lavoratori, una misura pensata per favorire il reinserimento lavorativo, ndr) e al Fondo nuove competenze prolungato grazie ai contributi dello Stato e al Fondo Sociale Europeo. Già dal 2023 abbiamo a disposizione ulteriori iniziative quali il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di adeguamento alla globalizzazione il programma investEU e altri ancora che devono essere accesi e utilizzati, ma soprattutto devono essere visti come potenzialità da tutti gli attori in gioco, pubblici e privati».

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Le imprese che hanno espresso maggiore esigenza di formazione sono quelle del comparto manifatturiero

Il Rapporto biennale del 2024 racconterà come queste opportunità hanno iniziato a essere utilizzate. Nel frattempo, le imprese continuano a fare la loro parte e ci sono già i primi trend che emergono. «Analizzando i dati dei primi due Sportelli dell’Avviso Femi 2023.01 – Fncdi FondItalia», conclude il nostro interlocutore, «si riscontra che le imprese che hanno espresso maggiore esigenza di formazione appartengono al comparto manifatturiero (28%), seguite da quelle di commercio all’ingrosso e al dettaglio (20%) e dal settore delle costruzioni (11%).

Per quanto riguarda la dimensione, al primo posto per numero di ore in formazione figurano le microimprese (47%), con un numero di dipendenti inferiore ai dieci lavoratori, seguite dalle piccole imprese (39%) da 10 a 49 dipendenti, mentre le medie imprese (9%) si attestano al terzo posto. Va sottolineata, infine, la crescita della formazione richiesta dalle imprese del settore turistico, comparto verso quale il Fondo ha dedicato una intensa attività informativa per promuovere la formazione degli addetti come leva per la ripresa dopo il periodo nero della pandemia: nel 2022 sono state quasi 1.500 le imprese del turismo che hanno utilizzato le risorse messe a disposizione da Fonditalia (3 milioni di euro), per formare un totale di oltre 8 mila lavoratori del comparto».


Questo articolo è parte di Fattore F – Obiettivo Formazione, speciale pubblicato su Business People di ottobre 2023. Scarica il numero o abbonati qui

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