Contro il precariato, Ichino porta la sua sfida nel Pd

Nel corso della conferenza del partito sul lavoro, il senatore espone la sua proposta. “Non ostracizzatemi”

Il lavoro prima di tutto. È lo slogan del Partito democratico che in questi giorni sta preparando il programma di governo del centrosinistra che i vertici del partito annunciano come imminente. Sei i punti illustrati nel corso della conferenza del partito sul tema del lavoro che ha visto anche la presenza del senatore e giurista Pietro Ichino. L’idea del Pd è quella di eliminare i vantaggi del lavoro precario rispetto a quello stabile stoppando inoltre i contratti a tempo determinato “a vita”. L’idea è quella illustrata dall’economista del Pd, Stefano Fassina che, ha aperto il suo discorso citando l’enciclica di Papa Benedetto XVI: non è la ricchezza che produce ricchezza, ma il lavoro. Per questo il partito di Pier Luigi Bersani propone stage regolati e retribuiti, contrasto alle dimissioni in bianco, sostegno alla maternità, ma soprattutto durate minime e massime dei contratti e salario minimo stabilito da tutti i contratti nazionali. Contratti nazionali che la Cgil di Susanna Camusso, presente al convegno di Genova, ha difeso a spada tratta, mentre il direttore generale di Confindustria, Gianpaolo Galli, preferirebbe con qualche deroga.Su questo tavolo di lavoro Pietro Ichino porta la sua esperienza, ma soprattutto la sua proposta, nella speranza di non essere “ostracizzato”: un contratto unico e tutele essenziali per tutti, ma nessuno inamovibile (leggi di più). Secondo il senatore l’attuale statuto dei lavoratori tutela 9 milioni di lavoratori, “così modificato ne tutelerebbe 19 milioni”.

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