Calano i disoccupati in Italia, ma non è tutto rose e fiori

Calano i disoccupati in Italia, ma non è tutto rose e fiori

Sembrano in apparenza numeri positivi quelli che arrivano dal mercato del lavoro in Italia: secondo l’Istat, nel mese di aprile (ultimo dato a disposizione) il tasso di occupazione è cresciuto al 63,3% mentre la disoccupazione è calata al 6,9%, il livello più basso dal dicembre del 2008.

Questi numeri si inseriscono in una tendenza più globale che è iniziata ormai tre anni fa e che coinvolge tutti i Paesi dell’area Ocse, con la disoccupazione europea che è la più bassa di sempre.

In realtà, guardando al nostro Paese, non è tutto rose e fiori. Secondo quanto evidenziato dal quotidiano la Repubblica, dei 516 mila occupati in più registrati nell’ultimo anno il 70% è over 50 e potrebbe rappresentare una quota “trattenuta” o non espulsa dal mercato del lavoro, senza portare con sé, quindi, nuovi stipendi.

Nel frattempo, sul fronte demografico, i nuovi nati sono sempre di meno: la forza lavoro sotto i 50 anni è scesa di 3,5 milioni di unità negli ultimi dieci anni mentre quella tra 50 e 64 anni è cresciuta di 1,8 milioni.

“La produttività del lavoro è molto bassa: le imprese stanno investendo sul lavoro che costa poco, meno dell’inflazione, più che su macchinari o tecnologia”, spiega Andrea Garnero, economista Ocse. “L’Italia è al penultimo posto tra i Paesi Ocse per ripresa dei salari reali”.

Inoltre i dati dell’Inapp, l’Istituto per l’analisi delle politiche pubbliche ora guidato da Natale Forlani, lanciano un allarme: nel 2022 il 43% dei nuovi ingressi al lavoro si è concretizzato in accordi informali, lavoro intermittente o nella non conoscenza del contratto applicato. Nel 2011 la stessa percentuale era al 19%.

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