Dopo la sentenza del Tar del Lazio, è l’Ue a esprimersi in merito al Golden Power sull’Ops Unicredit-Banco Bpm. Lo fa attraverso una lettera della Dg Comp. Secondo l’autorità, il dpcm del 18 aprile 2025 del Governo Meloni “potrebbe costituire una violazione dell’articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell’Ue, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca Centrale Europea”.
La notizia è stata resa nota alla stampa dal portavoce della Commissione Europea, Thomas Regnier. Ora il Governo italiano avrà due mesi di tempo per rispondere e, soltanto in un secondo momento, Bruxelles potrà pronunciarsi in merito con un provvedimento immediatamente esecutivo.
I dettagli sul responso Ue
La valutazione preliminare invita il nostro Paese “a presentare le proprie osservazioni” e “in base alla risposta dell’Italia alla valutazione preliminare e alla sentenza del Tar, la Commissione valuterà i prossimi passi”. Si tratta dell’ennesimo passaggio di un botta e risposta serrato che ha visto i due interlocutori confrontarsi.
Il Golden Power, che è stato in parte annullato il 12 luglio anche dalla magistratura amministrativa, aveva fissato dei paletti rispetto all’Ops di Unicredit sul Banco Bpm. Il Governo Meloni si è espresso in relazione al rapporto depositi/impieghi di Bpm per cinque anni, sulla salvaguardia dell’attività di project financing (con limite temporalmente indefinito) e sul divieto a vendere titoli di Stato italiani da parte della controllata Anima. Inoltre ha richiesto l’uscita dalla Russia (per questioni di sicurezza nazionale) entro gennaio 2026.
Il Tar del Lazio, nel weekend, ha accolto in parte il ricorso presentato dal Governo in merito all’Ops su Banco Bpm. Si è espresso andando contro alla pre-definizione del rapporto impieghi/depositi e al mantenimento sine die del livello del project financing. La terza prescrizione, quella su Anima, ha avuto un responso meno vincolante ed è stata trasformata in indicazione programmatica. Non è stata toccata, invece, quella sulla Russia. Adesso si aspetta il nuovo dpcm da parte dell’Esecutivo, all’interno del quale ci sono posizioni contrastanti.
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