Perché tra Caltagirone e Nagel è scontro aperto su Montepaschi

Il duello tra Mediobanca e il gruppo Caltagirone si infiamma sulle modalità di acquisto delle azioni Mps e sulle dichiarazioni del Ceo Nagel, accusato di diffondere informazioni false.

Perché tra Caltagirone e Nagel è scontro aperto su Montepaschi© Shutterstock

Si inasprisce lo scontro tra Mediobanca e il gruppo Caltagirone, con un botta e risposta sempre più serrato che ruota attorno a Monte dei Paschi di Siena (Mps), alle recenti operazioni finanziarie e alle parole pronunciate da Alberto Nagel, Ceo di Piazzetta Cuccia. A far esplodere la polemica è stata una conference call del 14 luglio, durante la quale Nagel ha parlato di “quattro anomalie” nella preparazione dell’assemblea Mps dello scorso 17 aprile. Tra queste, l’acquisto da parte di alcuni soggetti – poi presenti anche nell’assemblea Mediobanca del 16 giugno – di una quota tra il 10 e il 12% del capitale Mps.

La reazione del gruppo Caltagirone è stata praticamente immediata: quelle di Nagel sono state definite “affermazioni sovente inesatte, strumentali e infondate, contenenti due oggettive falsità”.

Versioni divergenti

Il primo punto di frizione riguarda gli acquisti di azioni Mps che, secondo Nagel, sarebbero stati effettuati ad aprile, poco prima dell’assemblea. Per il gruppo Caltagirone si tratta di un dato falso: la partecipazione era già superiore al 9% oltre due mesi prima, e non risulta alcun acquisto significativo a ridosso della data del 17 aprile.

Dal canto suo, Mediobanca ha confermato la versione di Nagel, specificando che l’arco temporale di riferimento va da novembre 2024 ad aprile 2025, periodo in cui la quota del gruppo Caltagirone è cresciuta dal 5% al 9,96%. Sui fondi pensione, invece, Mediobanca chiarisce che Enpam ed Enasarco non risultavano tra gli azionisti Mps all’assemblea del 2024, ma lo erano a quella di aprile.

Accuse sul prezzo

Secondo Caltagirone, sarebbe inoltre falso che il gruppo abbia partecipato alla procedura di Accelerated Book Building (Abb) del 13 novembre 2024 offrendo lo stesso prezzo degli altri offerenti. Al contrario, il gruppo sostiene di aver proposto un prezzo superiore, dimostrando così che il prezzo finale non era uniforme, ma determinato dal bookrunner sulla base delle offerte ricevute.

Mediobanca ha negato che Nagel abbia mai commentato pubblicamente il prezzo dell’operazione. Tuttavia, Caltagirone ha replicato puntando il dito contro il documento ufficiale dell’11 luglio, dove – a pagina 81 – si legge che “i quattro offerenti hanno presentato pressoché simultaneamente offerte con lo stesso identico premio del 5%” rispetto al prezzo delle azioni Mps. “È vero che non lo ha detto. Lo ha scritto!”, sottolinea il gruppo in una nota, ribadendo che anche questa affermazione è falsa.

Nel frattempo, l’Ops di Mps su Mediobanca prosegue con volumi ancora contenuti. L’obiettivo del Ceo Luigi Lovaglio è raggiungere il 50,1% di Piazzetta Cuccia. Anche se venisse toccata solo la soglia minima del 35%, Monte dei Paschi avrebbe il controllo di fatto. Lovaglio ha già lasciato intendere che in tal caso sarà necessario trovare un nuovo ceo” per Mediobanca.

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