Italia declassata da S&P, le reazioni della politica

Mentre il presidente Napolitano chiede impegno comune e invita a rimboccarsi le maniche, c’è chi invita a riflettere sul valore dei giudizi delle agenzie di rating e chi, invece, è pronto a muoversi per vie legali...

“Non farsi atterrire dai dati, ma guardare la realtà e rimboccarsi le maniche facendo con coraggio le scelte necessarie”. È l’appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che a poche ore dal declassamento del rating dell’Italia da parte di Standard & Poor’s invita tutti a non farsi atterrire da dati che “non rimpiccioliscono il Paese”, non cambiano il fatto che “siamo una grande economia, una società vitale”. Tuttavia l’analisi di S&P sulla “situazione di incertezza politica” non passano inosservate. Per questo Napolitano chiede le scelte e i correttivi da attuare per risolvere una situazione “molto critica” vengano affrontati senza “colpi d’ala”, ma con un “un pacchetto, un insieme di misure” su piano pluriennale “che nasca da consultazioni ampie per rilanciare la crescita, è indispensabile l’impegno comune per arrivare a questo risultato”. In Parlamento, però, il fronte politico non sembra unirsi neanche sotto l’attacco dell’agenzia di rating. Se da una parte il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dà la colpa ai media per il declassamento dell’Italia (“un giudizio politico dettato più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose”), dall’altra le opposizioni tornano a chiedere le dimissioni del governo. Dall’Udc il leader Pierferdinando Casini non dà colpa alle agenzie di rating: “Il problema siamo noi – afferma – Il problema è la credibilità internazionale del governo”. Dalla Cgil il segretario Susanna Camusso evidenzia “l’evidente crisi in cui questo governo ci ha portato”, ma sottolinea anche l’esigenza di aprire una discussione a livello europeo sulle agenzie di rating. “Non è possibile – spiega – che il mercato si affidi agli stessi che hanno certificato la crisi”. In quest’ottica il vice presidente della Commissione europea con delega all’Industria, Antonio Tajani è tornato a sottolineare l’esigenza di un’agenzia di rating europea “indipendente, trasparente e che possa dare una valutazione oggettiva, che non lavori per i privati e sia utile per difendere gli interessi europei”. Da Bruxelles Tajani ha ricordato che il suo collega al Mercato interno Michel Barnier sta lavorando ad una proposta in tal senso che dovrebbe essere presentata a novembre. Intanto, però, si muovono anche le associazioni. Adsubef e Federconsumatori intendono citare infatti Standard and Poor’s in sede civile “per i danni, da accertare, che saranno causati a risparmiatori, azionisti, famiglie, pmi e ai possessori di titoli di Stato italiani”, dopo il declassamento dell’Italia. Le due associazioni affermano che la “cricca del rating”, in cui inseriscono S&P’s e Moody’s, “opera nella illegalità, visto che è priva della licenza dell’Esma (autorità di controllo europea che ha dato via libera a S&P di pubblicare opinioni di rating, ndr) e vuole portare l’Europa e l’euro al crac con pagelle a orologeria non richieste”.

© Riproduzione riservata