Standard and Poor’s © GettyImages

Il giudizio negativo di Standard and Poor’s si è abbattuto sull’Italia. L’agenzia di rating americana ha infatti deciso di tagliare il rating sulla capacità dello Stato di far fronte all'elevatissimo debito pubblico. In particolare il rating di lungo termine viene abbassato da A+ ad A, ma con outlook negativo. Ma quali sono i motivi che hanno portato S&P a questa decisione? L’agenzia sottolinea come non siano cambiati i criteri per definire il rating dell’Italia. L’outlook attuale – spiegano da Standard and Poor’s – è dettato dalle incertezze sull’implementazione delle riforme e sul rapporto debito/Pil pubblico, nel medio termine. In pratica una crescita economica sempre più debole e una situazione di incertezza politica che ostacola la ripresa, un’incertezza che renderebbe “molto difficile raggiungere gli obiettivi fissati nel programma di austerity”.
L’agenzia annuncia inoltre che in futuro il rating potrà ulteriormente essere tagliato nei prossimi 12-18 mesi “senza un'accelerazione della crescita” per l’Italia.
Nel rapporto presentato da Standard and Poor's non si usano mezzi termini: “La fragilità della coalizione di governo in Italia - si legge - limita la capacità di risposta dello Stato” nell'affrontare una crisi economica e finanziaria che sta colpendo il nostro Paese come altri dell'Eurozona. E i vari tentativi che hanno caratterizzato la messa a punto della manovra lasciano intravedere come non sarà per nulla facile per il governo attuare in maniera efficace il programma di consolidamento di bilancio. Anche perché - evidenzia Standard and Poor's - le autorità italiane appaiono “riluttanti” nell'affrontare quelle che vengono considerate le “questioni chiave” della crisi economica italiana: dagli ostacoli strutturali che da sempre rallentano la crescita al basso tasso di partecipazione al lavoro, alla eccessiva rigidità sia del mercato del lavoro sia di quello dei servizi. Il dito viene puntato non solo sul governo e sulle lotte intestine alla coalizione di maggioranza, ma anche sulle divisioni all'interno del Parlamento “che - sottolinea S&P - continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”.
Secondo gli analisti dell’agenzia di rating il nuovo rating italiano sarà “probabilmente destinato a riflettersi sulle banche, attraverso un meccanismo di trasmissione dei molti titoli di Stato che detengono in portafoglio (che tuttavia è anche uno dei punti di forza del Paese). Riteniamo che i costi della raccolta, sia nel pubblico che nel privato, probabilmente saliranno rispetto al passato. Per quanto riguarda il rating delle società a controllo pubblico, verranno convocati i singoli comitati e ogni entità verrà valutata caso per caso, non ci sono automatismi.”