Obiettivi Esg nel 95% dei piani di incentivazione dei Ceo al vertice delle società quotate a Piazza Affari: è questo quello che emerge dallo Studio sui compensi dei Consigli di Amministrazione delle società appartenenti all’Indice Ftse Mib.
Condotto da Mercer, società di Marsh McLennan leader globale nella ridefinizione del mondo del lavoro, nella rimodellazione dei regimi pensionistici e dei piani di investimento e nell’effettiva promozione del benessere e della salute, lo studio è mirato ad analizzare le retribuzioni fisse e variabili degli amministratori delegati e degli organi di amministrazione e controllo.
Analizzando il listino Ftse Mib, come abbiamo accennato, si consolidano i sistemi di incentivazione dei Ceo in merito all’impiego dei Kpi Esg, indici chiave di prestazione che misurano valori concreti per stimare l’impatto sostenibile e ambientale di un’azienda. Il 95% delle società appartenenti all’Indice Ftse Mib, infatti, continua ad utilizzare questi indicatori con la stessa frequenza dell’anno precedente.
I Kpi Esg vengono usati, nello specifico, con un focus su precise aree quali ambiente, diversità e inclusione (D&I) e sicurezza sul lavoro. Sul tema diversità e inclusione, lo studio di Mercer sottolinea una vasta implementazione delle metriche Esg, presenti nel 72% dei casi. Sono più complesse, però, le questioni legate al genere: nonostante l’impiego di indicatori di gender balance, finalizzati a favorire una maggiore presenza femminile in azienda, dallo studio emerge che tali parametri sono presenti nel 65% dei piani STI (Short Term Incentive) e nel 57% dei piani LTI (Long Term Incentive) dei Ceo.
Un utilizzo diffuso a cui, però, non corrisponde una consistente presenza di donne nei ruoli di leadership. Nello specifico, nel 2023 le donne hanno raggiunto una quota del 33% se si considera la posizione di quadro (in aumento rispetto al 31% del 2022) e la soglia del 20% se si guarda alla classe dirigenziale totale delle società del Ftse Mib.
Guardando alle performance aziendali, invece, lo studio Mercer sottolinea anche che il 2023 ha visto un consolidamento delle performance aziendali per la maggior parte delle società quotate. Si è registrato un incremento del 7% dell’utile lordo rispetto all’anno precedente, trainato per lo più dal settore dei servizi finanziari. Questo settore, infatti, ha beneficiato dell’innalzamento dei tassi di interesse, risultante dalle misure di politica monetaria restrittiva.
Per quanto riguarda i compensi fissi degli amministratori delegati, si è registrata solo una lieve diminuzione del 5%. Questa tendenza si riflette anche nei sistemi di incentivazione di breve periodo, ambito che ha mostrato nel 2023 una leggera flessione dei valori (9%) rispetto all’anno precedente. Se invece si guarda all’analisi dei risultati di breve periodo, sono superiori a quelli prefissati: nel 2023 il 67% degli amministratori delegati ha raggiunto obiettivi che andavano oltre le aspettative, mentre è cresciuto il numero delle società che hanno conseguito risultati inferiori al target, passate dal 18% del 2022 al 25% del 2023.
Lo studio amplia poi lo sguardo e si allarga analizzando lo spettro d’analisi alle politiche remunerative volte ad incrementare il livello di engagement della popolazione aziendale. Le indagini condotte hanno fatto emergere una crescita nell’adozione di piani di azionariato per i dipendenti: attualmente sono in vigore 11 piani, 3 dei quali attivati negli ultimi 4 anni.
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