Alle banche italiane 23 miliardi per famiglie e imprese

Conclusa la prima asta dei Tltro, il prestito della Bce gli istituti condizionato all'erogazione di finanziamenti all'economia reale. Quasi un terzo degli 82,6 miliardi assegnati sono stati chiesti dalle banche del nostro Paese

Ammontano a 23 miliardi di euro i prestiti mirati a lungo termine (Tltro) che gli istituti di credito italiani hanno chiesto e ricevuto dalla Banca centrale europea, si tratta di ben il 28% degli 82,6 miliardi di euro assegnati nella prima delle otto aste realizzate dalla Bce per sostenere l’economia reale (la seconda asta sarà a dicembre).A raccogliere le fette più grandi dei 23 miliardi “italiani” le banche Unicredit, a cui sono andati 7,75 miliardi, Intesa Sanpaolo (4 miliardi) e Mps (3 miliardi); 2 miliardi sono stati assegnati alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, 2,24 miliardi a Iccrea Banca. Banco Popolare e Credito Valtellinese hanno raccolto 1 miliardo ciascuna, Credem 735 milioni, Carige 700 milioni, Mediobanca 570 milioni. Non hanno chiesto fondi, come riportato da Reuters, Ubi, Popolare Milano e Pop Vicenza. Non è stato possibile ottenere l’importo richiesto da Popolare Sondrio e da Veneto Banca.

GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA REALE. Secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al termine delle aste gli istituti di credito italiani potrebbero raccogliere circa 200 miliardi, con un potenziale effetto positivo sull’economia compreso tra lo 0,5 e l’1% di Pil entro il 2016. Ma la richiesta dei prestiti, almeno nella prima asta, è stata secondo gli analisti inferiore alle attese (le previsioni erano tra i 100 e i 150 miliardi). “Il dato deve far riflettere sulla condizione del reale rapporto tra finanza ed economia reale in Europa”, ha affermato il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, nel commentare il risultato della prima asta. “Il dato non conforta. Se anche questi Tltro non dovessero centrare gli obiettivi dichiarati dalla Bce di 1000 miliardi in più, all’istituto centrale europeo non resterebbe che il lancio di un vasto programma di acquisto di titoli, il quantitative easing”. Secondo Boccia la strada maestra per far ripartire l’economia non è sola quella dei Tltro, ma “una vera e propria politica espansiva a tutti i livelli. Non capire neanche questo segnale sarebbe per la politica molto grave”.

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