Via libera al decreto spending review, tutte le misure del governo

‘Salvi’ altri 55 mila esodati, altri due miliardi per la ricostruzione post terremoto e il rinvio dell’aumento dell’Iva; i tagli riguarderanno non solo pubblica amministrazione e sanità, ma anche le Province

La nota ha lasciato Palazzo Chigi all’una di notte, dopo una riunione del Consiglio dei ministri durata sette ore. Ma la conferenza stampa tenuta nella notte dal presidente del Consiglio, Mario Monti e il commissario per la spending review, Enrico Bondi, dà solo un’idea dell’importanza e dell’urgenza contenute all’interno del decreto legge riguardante i tagli alle spese dell’apparato statale. Dopo la prima fase riguardante il taglio del personale della presidenza del Consiglio e del Tesoro (deciso il 15 giugno scorso) oggi è stata presentata la “seconda e principale rata di intervento di spending review”, ha affermato Monti che accenna anche a una terza fase dedicata alle “agevolazioni fiscali e la revisione strutturale della spesa e dei contributi pubblici”. La nota sui tagli del governo Monti

PER IL 2014 RISPARMI A 11 MILIARDI. Sulla base degli interventi odierni “il risparmio per lo Stato sarà di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014” illustra la nota del governo. Il risparmio permetterà di evitare, almeno fino al 1° luglio 2013, l’aumento di due punti percentuali dell’Iva; inoltre “sarà possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica” ad altri 55 mila lavoratori “salvaguardati” (o più comunemente “esodati”). Oltre ai 500 milioni già stanziati, verranno investiti altri due miliardi di euro, uno per il 2013 e uno per il 2014, per la ricostruzione delle zone danneggiate dal recente sisma.

GLI INTERVENTI (Infografica). Confermato il taglio del personale per la pubblica amministrazione, il 10% dei dipendenti e il 20% dei dirigenti (con la possibilità di compensazioni tra diversi livelli di amministrazioni), in pratica, ha spiegato il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, “è stato esteso l’approccio già introdotto due settimane fa per la Presidenza del Consiglio e per il ministero delle Finanze”. Le pubbliche amministrazioni potranno inoltre rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi. Confermato anche il taglio delle auto blu, mentre non ci sarà quello riguardante quello dei piccoli ospedali; il decreto impone però la razionalizzazione della spesa sanitaria alla Regioni. Anche le Province dovranno essere razionalizzate (l’obiettivo è dimezzarle); il decreto prevede la loro riduzione, l’accorpamento e la nascita delle città metropolitane.

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