Manifattura ed export volano: allora perché non cresciamo?

L'Ocse prevede la crescita all'1% per il 2017 e il 2018, nonostante alcuni buoni fondamentali della nostra economia. Servono riforme concrete

L’Italia cresce di più, ma non abbastanza. Lo certifica l’Interim Economic Outlook dell’Ocse che vede il pil della Penisola in aumento dell’1% per il 2017 e per il 2018 come l’anno scorso. Una previsione al rialzo rispetto allo 0,9% di novembre, ma che lascia il Belpaese all’ultimo posto del G7. Anche la Francia resta al passo, mentre in Germania «la crescita dovrebbe restare solida».

La crescita globale dovrebbe segnare una modesta accelerazione al 3,3% quest’anno e al 3,6% il prossimo grazie alle iniziative fiscali dei maggiori Paesi, dopo avere chiuso il 2016 con un 3% scarso, il ritmo più lento dal 2009. La crescita, insomma, resta sotto la media dei 20 anni precedenti la crisi, che era circa il 4% e molti sono i rischi che potrebbero far deragliare una ripresa già non solidissima. Lo stesso accade in Italia, dove l’export fa registrare risultati da record, mentre l’Istat racconta il buon momento della manifattura e dei servizi che fanno intravedere la ripresa: fatturati in aumento e prezzi stabili, con incrementi maggiori nei comparti manifatturieri a maggiore intensità tecnologica. E allora perché non cresciamo?

PALLA AI GOVERNI. Tocca ai governi stimolare la ripresa. I Paesi «dovrebbero utilizzare lo spazio a disposizione nelle finanze pubbliche per lanciare iniziative che aumentino la domanda e rendano tasse e spesa più a sostegno della crescita di lungo termine e dell’equità», avvisa l’Ocse. Nei Paesi avanzati, un mix di politiche fiscali e riforme strutturali ridurrebbe il peso che ora ricade sulla politica monetaria: capito Gentiloni?

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