Intel torna a far parlare di sè e, ancora una volta, succede per questioni delicate e complesse. La società sta attraversando ormai da diverso tempo un periodo turbolento e, nelle ultime ore, è arrivato l’ennesimo strappo: il Ceo Pat Gelsinger si è dimesso. Una notizia che di per sé potrebbe non stupire date le complicate circostanze, ma che in realtà solleva dei dubbi su ulteriori difficoltà che potrebbero venire alla luce prossimamente.
Sì, perché pare che la decisione di Gelsinger non sia stata spontanea. Stando a quanto si può leggere su Reuters, è stato il consiglio di amministrazione di Intel a rimuoverlo forzosamente, per altro dopo un incontro abbastanza movimentato. La ragione? I membri del consiglio non avrebbero più più fiducia nei suoi piani e nelle sue azioni. Dopo l’annuncio la citazione in giudizio della società da parte degli azionisti e l’attestazione di una perdita netta di 1,61 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2024, non c’è più alcun tipo di fiducia.
La notizia, diffusa per mezzo di una breve nota della società, sembrerebbe “coronare” quelle che sono state le tensioni interne alla leadership. Dalla prossima settimana Gelsinger sarà sostituito da David Zinsner e da Michelle Johnston Holthaus, che ricopriranno il ruolo di capi ad interim fino a quando non sarà effettuata una nomina definitiva. Per accelerare i tempi, il consiglio ha anche formato un comitato di ricerca che lavorerà proprio per trovare un successore permanente.
Frattanto, la presidenza esecutiva passa a Frank Yeary, figura storica del consiglio d’amministrazione, mentre la già citata Holthaus assumerà anche la responsabilità del gruppo prodotti, occupandosi di settori strategici come il calcolo client, i data center e, soprattutto, l’intelligenza artificiale. Proprio quest’ultima è uno dei punti dolenti delle ultime scelte di Intel che è palesemente scivolata sull’AI, perdendo occasioni d’oro in favore di Nvidia, che sta invece facendo affari d’oro.
Negli ultimi mesi Intel ha dovuto anche prendere delle decisioni determinanti e difficili, mentre grandi nomi come Qualcomm e Apollo si sono dimostrati interessati a un’acquisizione, cosa che non ha fatto altro che preoccupare gli investitori. Non è ancora noto quali saranno i prossimi passi, ma una cosa è certa: la società è ancora in piena turbolenza e dovrà certamente passare del tempo prima che si assesti o che trovi una nuova strada per emergere.
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