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Così governo (e banche) sbloccano il credito alle imprese

Due emendamenti, indirettamente collegati, potrebbero rompere un circolo vizioso che rende difficile la liquidità per le aziende. Ma le soluzioni arrivano anche dai privati

In media un’impresa per ottenere un pagamento dalla Pubblica amministrazione italiana deve aspettare circa 180 giorni, contro i 64 della Francia e i 35 della Germania. Numeri, forniti da Centro studi di Confindustria che diversi imprenditori, aggiungiamo un purtroppo, conoscono bene; un circolo vizioso che blocca quella liquidità essenziale per gli investimenti di una grande azienda e che, per una piccola e media impresa, possono costare anche di più. Una soluzione potrebbe arrivare dal recente decreto di semplificazione fiscale al voto in Senato; due emendamenti, proposti in commissione Finanze e Bilancio di Palazzo Madama, che potrebbero aiutare sia le imprese a ottenere nuova liquidità dalle banche sia gli enti locali a onorare i propri debiti. Il primo emendamento permetterà alle imprese di cedere il proprio credito alla banca con la formula del ‘pro solvendo’*; in questo modo l’azienda potrà subito ottenere i soldi dall’istituto che potrà rivalersi sulla Pubblica amministrazione (ma a garantire la solvibilità resterà l’azienda stessa). Se approvata sia al Senato che alla Camera questa norma avrà bisogno di un decreto da parte del Tesoro che dovrà stabilire tempi, modalità e ultimi dettagli. Il secondo emendamento, invece, punta a sbloccare un miliardo di euro per consentire agli enti locali di onorare i loro debiti. I soldi arriveranno da un fondo speciale per la ‘reiscrizione dei residui passivi’, ovvero le spese impegnate ma non ancora pagate.Ma a muoversi sul fronte del credito alle imprese non è solo lo Stato, anche le banche stanno cercando di sbloccare uno dei principali fattori di freno all’economia italiana. Ne è un esempio l’iniziativa di Unicredit e Sace Fct, la società di factoring del gruppo Sace: una partnership che mette a disposizione 500 milioni di euro nei confronti delle Pmi in difficoltà per i ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione.

*Cessione del credito, differenze tra ‘pro soluto’ e ‘pro solvendo’Pro soluto:Quando il cedente non deve rispondere dell’eventuale inadempienza (solvibilità) del debitore. Garantisce solamente dell’esistenza del credito. Questo contratto di cessione del credito, di norma, avviene a titolo oneroso e per un importo minore rispetto al credito ceduto.Pro solvendo:Con questa forma il cedente ottiene lo stesso importo del credito ceduto, ma risponde dell’eventuale inadempienza del debitore.