Aziende, la Carta di famiglia favorisce il ricambio generazionale

Secondo l'Osservatorio Aub, lo strumento di origine anglosassone è sempre più fondamentale nelle imprese italiane

aziende passaggio generazionalemediamasmedia/iStockPhoto

Dopo il rallentamento dovuto alla pandemia da Covid-19, in Italia hanno preso di nuovo piede le aziende familiari. Secondo i recenti dati, rappresentano il 65% del totale delle imprese italiane e hanno contribuito per il +7,3% alla crescita dell’occupazione tra il 2020 e 2022. Motivo per cui uno strumento di origine anglosassone come la Carta di famiglia sta diventando sempre più importante.

A puntare i riflettori su questo strumento è l’Osservatorio Aub, promosso da Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari) Università Bocconi e UniCredit, ripreso anche dal Sole 24 Ore. Viene infatti evidenziato come si stiano diffondendo sempre più le family constitution, quella serie di documenti di autoregolamentazione che disciplinano aspetti come governance e accesso ai ruoli direttivi e che, soprattutto, possono facilitare il ricambio generazionale.

La Carta di famiglia stabilisce regole chiare e condivise sui processi decisionali e altri temi fondamentali per le aziende a conduzione familiare, che possono tornare utile nel momento del passaggio tra una governance e l’altra. «La Carta di famiglia è uno strumento che consente di affrontare il passaggio generazionale in modo più facile perché permette di arrivarci avendo già chiarito e superato molti temi di discussione e potenziale conflitto – ha dichiarato Fabio Quarato, managing director della cattedra Aidaf-EY in strategia delle aziende familiari all’università Bocconi e responsabile dell’Osservatorio Aub -. La convinzione che servano delle regole si sta diffondendo e negli ultimi anni il ricorso a questo strumento è cresciuto. Spesso però ci si arriva troppo tardi mentre andrebbe adottato quando la nuova generazione è ancora in età scolare perché è fondamentale che requisiti e criteri su ingresso in azienda, carriera, assegnazione di ruoli apicali e politiche di remunerazione siano conosciuti in anticipo».

Come evidenziato dai recenti studi, il Covid ha accelerato il ricambio generazionale nelle aziende e la sua utilità è riconosciuta dai diretti interessati: «Spesso è la stessa famiglia che si rende conto di aver bisogno di una disciplina, anche magari su spunto di qualche componente che ha avuto esperienze internazionali e constatato l’utilità dello strumento» è il parere di Gianpiero Succi, partner e leader del focus team private clients dello studio legale BonelliErede, citato sempre dal Sole.

Nel dettaglio, una buona Carta di famiglia è costituita di solito da principi che chiariscono i ruoli della famiglia in quanto azionista (e non quindi principi valoriali) e da regole concrete relative ai processi decisionali interni ai differenti rami familiari e individuazione dei rappresentanti ai fini del confronto interno; meccanismi di scelta degli amministratori e dei manager esterni; regole e condizioni per l’accesso dei componenti della famiglia a ruoli aziendali.

Aziende familiari in Italia: l’era della multigenerazionalità e della diversity

Secondo l’Osservatorio Aub, la diffusione di questo strumento nelle aziende familiari italiane è aumentato anche per via della trasformazione delle imprese stesse, che coinvolgono sempre più spesso leader non familiari: «L’imprenditoria familiare italiana si è aperta alla finanza e all’ingresso di capitali terzi che chiedono governance chiare – sottolinea Roberta Crivellaro, Managing Partner di Withers in Italia- E in questa direzione spinge la volontà di attrarre manager esterni che hanno bisogno di stabilità della governance e chiarezza dei ruoli». Per questo, aggiunge. «L’adozione delle Carte di famiglia più che alla dimensione del patrimonio è legata alla diversificazione delle attività imprenditoriali e alla moltiplicazione di persone, esigenze e aspettative».

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