L’auto del futuro è già presente

Le ultime novità tecnologiche stanno trasformando le quattro ruote a tal punto che non potrete più considerarle solo un mezzo di trasporto

Quando si tratta di orientarsi tra le novità proposte da una rassegna come il Ces di Las Vegas, diventato a furor di popolo il salone dell’au­tomobile più importante del mon­do, si deve prima di tutto tenere ben dritta la barra della logica. Se, per esempio, Uber promette entro il 2023 degli elicotteri-taxi da preno­tare con una app e capaci di sfrecciare nei cieli delle città sul filo dei 240 all’ora, chiediamoci se davvero Roma, Milano o qualsiasi altra cit­tà d’Europa sarà davvero in grado di normare una novità di questo ca­libro mentre ancora si dibatte sui monopattini elettrici. Una grande idea, insomma, che per ora è destinata ad andare a sbattere sugli sco­gli.

Meglio restare con i piedi (e le macchine) per terra e apprezzare la rivoluzione copernicana compiuta dalla Ford, che propone la versio­ne Mach-E della leggendaria Mustang. Un suv elettrica ma i musco­li non le mancano dato che la si può scegliere con potenze di 255, 282 o 333 cavalli per un’accelerazione da zero a 100 all’ora in 3,5 secon­di. Il prezzo indicato dalla casa dell’ovale blu è ghiotto, intorno ai 40 mila euro, e altrettanto appetitosa è l’autonomia promessa, compre­sa tra i 480 e i 600 chilometri. Poi, siccome un progetto fattibile fin da subito offre pochi spunti a chi fa i titoli, la Ford ha anche annun­ciato in pompa magna un robot bipede destinato alle consegne porta a porta e sviluppato in collaborazione con la start-up Agility Robotics.

In attesa di trovarci sull’uscio di casa il cugino buono di Terminator, godiamoci un’idea buona fin da subito, la Fiat Centoventi, una concept car che prefigura un’elettrica che si potrà ordinare à la carte, nel sen­so che il prezzo sarà proporzionato alle reali esigenze dell’utente. In concreto, chi si muove poco potrà scegliere il pacco-batterie da 96 chi­lometri di autonomia spendendo ragionevolmente poco, ma per suc­cessive approssimazioni (e aumenti di prezzo) si arriverà a 480 chilo­metri senza bisogno di attaccarsi a una presa di corrente. Come dire che finalmente arriva un’auto elettrica che si paga un tanto al kilowatt. Se poi appartenete alla tribù di quelli che vogliono arrivare a casa tro­vando tutto perfetto, puntate sulla Renault, che a Las Vegas ha fat­to ammirare la Clio di quinta generazione, la Captur e l’elettrica Zoe dotate di un sistema che consente al guidatore mentre è imbottiglia­to nel traffico di attivare il forno per far trovare le lasagne belle cal­de, di alzare il riscaldamento e di accendere le luci, capace di far di­menticare tutte le rotture di scatole insite in una giornata di lavoro. Sono tutti indizi che messi insieme fanno una prova schiacciante: le auto daranno un sonoro ceffone al concetto di fai-da-te per passa­re a quello di “fallo-tu-per-me”.

Audi, per esempio, con la show car Ai:Me punta sull’intelligenza artificiale che impara giorno dopo gior­no a conoscere il proprio padrone per costruirgli un ambiente su mi­sura a partire dalla posizione dei sedili, dalla temperatura e dai pro­fumi diffusi nell’abitacolo. Un’auto empatica, pensate che roba: sa che quando vi fermate a un determinato indirizzo vi lasciate anda­re ai piaceri della tavola e quindi siete di ottimo umore e, di conse­guenza, pesca dalla play list proprio i brani che per voi fanno tra­dizionalmente da ammazzacaffè… E se i passeggeri sono stufi di vedere dai finestrini la solita squallida città nessun problema: un vi­sore per la realtà virtuale cambia il paesaggio in quanto, nean­che a dirlo, sa se Tizio ama il Brasile oppure Caio è un fanatico del­la California e regola di conseguenza la sua truffa visiva a fin di bene. Sembra un videogame, vero? In effetti il confine tra i giochi ultra­tecnologici e la mobilità si è fatto labile. Al punto che nel ricco piat­to delle auto del futuro si è tuffata anche la Sony che a Las Vegas ha portato un’elettrica che guarda il mondo attraverso 33 sensori tra te­lecamere e radar ed è in grado di guidarsi da sola, in pratica un’al­tra concorrente della Tesla. Il tempo di chiedersi che bisogno ci fos­se di dare alla vettura una potenza tale da poterla portare fino a 240 all’ora e di farla accelerare da zero a 100 in meno di cinque secondi ed ecco un’altra gustosa anteprima. È un piccolo passo verso il benessere in viaggio ma un grande balzo per Samsung, che ha messo a punto non solo un display intelligente che sa benissimo che cosa deve e non deve fare per evitare di distrarre chi guida, ma anche uno schermo per contenuti multimediali riservato ai passeggeri dotato di un processore che migliora di dieci volte la capacità di calcolo.

Insomma: mentre si va verso una guida sempre più appaltata ai computer nella progettazione dei nuovi modelli entrano in scena anche arredatori ed esperti nella gestione del tempo libero. Lo ha capito Bmw che su alcune X7 ha trasformato il sedile in quello della business class di un aereo. Puoi, per esempio, reclinarlo fino a farlo diventare una chaise longue per goderti l’immeritato riposo mentre i microchip ti portano a destinazione e i sonni sono tranquilli perché in questo caso l’airbag è una sorta di bozzolo che avvolge il dormiente in caso di incidente. Troppo? Limitatevi alla i3 in configurazione Urban Suite in cui il passeggero viaggia in un salottino con un piano di lavoro in cui non manca neppure una lampada da tavolo.

C’è, infine, chi pensa decisamente in grande. È la Toyota che ai piedi del monte Fuji sta creando Woven City, una città del futuro di 70 ettari in cui realizzare il sogno di un ecosistema urbano basato su celle a combustibile, idrogeno e vetture a guida autonoma. Verrebbe da pensare a un sito segretissimo tipo Area 51 e invece no, la casa giapponese offrirà le chiavi della città a tutti i ricercatori che ci volessero sperimentare progetti innovativi sulla mobilità.

Articolo pubblicato su Business People, marzo 2020

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