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Gusto

Guide Vini tutte d’accordo: ecco le migliori bottiglie del 2018

Complice la grande diversità di vini e vitigni, ogni anno le pubblicazioni di settore sono sempre meno concordi nell’assegnare i premi. Ma per alcune etichette, il giudizio è unanime

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L’Italia è tornata dall’ultimo Vinitaly con convinzione nei propri mezzi da prima potenza mondiale del vino e con una gran voglia di rivincita su alcuni mercati tradizionali, dove subisce la concorrenza di Francia e Paesi del nuovo mondo. Ovunque si sente ripetere che la sua arma vincente è la grande diversità di vini e vitigni. Non stupisce, quindi, che le nostre guide ogni anno siano sempre meno concordi nell’assegnare premi e allori. È indubbio però che alcune concordanze emergano.

Per esempio, se guardiamo alle pubblicazioni del 2018 è evidente che il Piemonte guida e la Toscana arriva subito dietro; e si tratta di due regioni che devono il loro primato a due vitigni italiani come Nebbiolo e Sangiovese. E se la seconda trova nel Sassicaia il suo leader indiscusso nel coagulare i consensi, in Piemonte i campioni cambiano. Dal Barolo Riserva Monfortino 2010 Giacomo Conterno a Guido Porro ed Ettore Germano per la guida Espresso, vincitori rispettivamente nella Top 100 dei vini da comprare e in quella dei vini da conservare con il Barolo Vigna Lazzairasco 2013 ed il Barolo Cerretta 2013. In classifica poi il Barolo Falletto Riserva Le Rocche 2011 Bruno Giacosa, rosso dell’anno per la guida Veronelli, il Carema Etichetta Nera 2013 Ferrando per Vitae, insignito del sigillo del Tastevin, Luca Roagna per Vinibuoni d’Italia, unico produttore in guida a spuntare la Corona del Touring Club su tre vini diversi, Barbaresco Asili Vecchie Viti 2012, Barbaresco Crichet Pajè 2008, Barolo Riserva Pira 1996 e ancora Ettore Germano per Bibenda ma con il Barolo Riserva Lazzarito 2011, uno dei migliori dieci vini dell’anno. Il Veneto mette d’accordo come terza regione italiana Gambero Rosso, Bibenda, Veronelli e Vinibuoni d’Italia, mentre Slow Wine e Vitae vedono terzo il Friuli. Altre regioni “terze incomode” sono l’Alto Adige (per Doctorwine) e Campania (per l’Espresso). Se guardiamo alle etichette singole, secondo una analisi fatta dalla rivista di settore Civiltà del Bere, gli altri vini campionissimi sono il Giulio Ferrari 2006, il Rubesco Vigna Monticchio 2012 di Lungarotti, il pugliese Primitivo Es di Gianfranco Fino 2015 e il siciliano passito di Pantelleria Ben Ryé 2015 di Donnafugata. Altri beniamini della critica come come Tignanello 2014 e Masseto 2014, che in genere raccolgono plebisciti, hanno messo d’accordo meno critici, mentre altri hanno fatto un notevole exploit come l’Amarone Classico Bertani 2009 e il Tenuta San Leonardo 2013.

Ottimo piazzamento anche per il bianco Trebbiano d’Abruzzo 2013 Valentini, il Montiano 2015 Merlot in purezza della Famiglia Cotarella dall’Umbria, il Titolo Aglianico del Vulture 2015 di Elena Fucci dalla Basilicata e il Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner 2015 Tiefenbrunnen. Sempre in Alto Adige da segnalare il nuovo Gewürztraminer Epokale 2009 di Tramin, il sempreverde Nussbaumer 2015 e il Quartz di Terlano Sauvignon Blanc 2015.

I migliori vini italiani: 8 etichette in evidenza
Amarone Classico Bertani 2009

Barolo Falletto Riserva Le Rocche 2011

San Leonardo 2013

Primitivo Es 2015

Pantelleria Ben Ryé 2015

Sassicaia 2014

Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2006

Rubesco Vigna Monticchio 2012

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Photo by Kym Ellis on Unsplash