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Gusto

Gli esperti giudicano i migliori vini italiani…and the Winner is…

Sono uscite le guide 2010. Ecco le bottiglie che mettono tutti d’accordo

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In Italia esistono 56 milioni di allenatori della nazionale ma quasi altrettanti sono i conoscitori di vino e quelli che amano classificare ed elencare i migliori assaggi dell’anno. Il nostro è il Paese che vanta il maggior numero di guide del vino e delle cantine al mondo senza considerare i centinaia di recensori attivi sul web. Ma esistono vini che mettono tutti d’accordo? E c’è davvero bisogno di così tante guide per il consumatore che vuole “solo” aprire una bella bottiglia di vino?

Le guide più importanti al vino in Italia sono essenzialmente cinque, ovvero quella del Gambero Rosso (direttore Daniele Cernilli), quella di Bibenda dell’Associazione Italiana Sommelier, quella del Touring Club Italiano (curatori Luigi Cremona e Mario Busso), quella dell’Espresso (curatori Ernersto Gentili e Fabio Rizzari), la Guida Veronelli (Daniel Thomases e Gigi Brozzoni) e l’ultimissima uscita, ovvero quella di SlowFood (direttore Giancarlo Gariglio, ex Gambero Rosso), che dallo scorso 20 ottobre è scesa in campo da sola con una guida che vuole dare molto risalto al rapporto qualità-prezzo e ai valori territoriali/storici/ambientali di un vino. Ogni anno a metà ottobre “escono” i risultati più attesi ovvero i vini considerati l’eccellenza della produzione italiana, con menzioni speciali ormai anche molto note come i “tre bicchieri” (Gambero Rosso), cinque grappoli (AIS Bibenda), Vini dell’Eccellenza o Cinque Bottiglie (Espresso), Corone (TCI), super tre stelle (Veornelli) e i “Grandi Vini” Slow Food (anche se questi hanno una accezione diversa). Le guide sono molto più complesse e sfaccettate e non andrebbero giudicate solo in base ai vini “premiati”, però ci sono molti vini che piacciono a tutte le guide. Quest’anno la regione vincitrice è stata con una media di 120 referenze “eccellenti” il Piemonte, che aveva i grandi 2006 di Barolo e Barbaresco. Seconda per ogni guida è la Toscana, che spesso ruba il primo posto proprio al Piemonte, dove la tipologia che porta più alloro, il Brunello di Montalcino, è incappata in una annata poco brillante come il 2005. Dietro i due big Toscana e Piemonte ecco gli inseguitori: il Veneto con i suoi Amarone, la Lombardia con i Franciacorta, l’Oltrepò Pavese e la Valtellina, i bianchi del Friuli Venezia Giulia, la Campania con Fiano, Greco e Aglianico e la Sicilia grazie al boom dei vini dell’Etna. Sempre un po’ staccate ma sempre in crescita Alto Adige, Abruzzo e Marche tra le 10 e le 20 referenze ciascuna. Calabria, Molise, Basilicata, Valle d’Aosta e Puglia sono quasi sempre i fanalini di coda, mentre la regione che cresce ogni anno di più è l’Emilia Romagna con la nuova ondata di Lambrusco di qualità, i grandi rossi da Sangiovese e gli incantevoli passiti bianchi ottenuta dall’Albana.

Venendo ai nomi, ecco svettare ovunque i grandi Barolo e Barbaresco come il Barolo Monfortino di Conterno 2002, il Barolo Ciabot Mentin Ginestra 2006 di Domenico Clerico, il Barbaresco Rabajà 2007 di Cortese Giuseppe e il Barbaresco Asili 2007 di Bruno Giacosa (ma ce ne sono almeno altri cinque piemontesi che figurano in tutte le liste di eccellenti), il Brunello di Montalcino di Biondi Santi Riserva 2004 e quello di Poggio di Sotto 2005, il 100% Sangiovese Pergole Torte da Radda in Chianti 2007, i due miti di Bolgheri Sassicaia e Ornellaia. In Toscana anche altre zone meno note ottengono consensi unanimi come il Montecucco Sangiovese Potentino e quello di Grotte Rosse di Salustri, e tra i bianchi la Vernaccia di San Gimignano 2007 di Panizzi e il Templare 2006 di Montenidoli, stessa zona ma con altre uve oltre la vernaccia locale. Altro vino non nuovo a certi exploit è il Kurni, il Montepulciano realizzato nelle Marche da Oasi degli Angeli. Altri vini premiati quasi da tutti ma che sorprendono di più per esempio dalla Puglia il conturbante Gioia del Colle Primitivo ‘07 Polvanera (eccessivo e alcolico ma godurioso) o il Cannonau di Sardegna DuleRis.’07 Giuseppe Gabbas, in Trentino il Granato ’07 Foradori, in Friuli il Collio Bianco 2008 di Zuani.

Non fanno quasi più notizia altre eccellenze tra le bollicine come il Giulio Ferrari, stavolta con il Trento Doc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Brut ’01, o le due cuvée de prestige Franciacortine per eccellenza, ovvero la Cuvée Annamaria Clementi ’03, Ca’ del Bosco e il Pas Operré 2004 di Bellavista, che vengono affiancate da una cantina sempre più affermata come Il Mosnel, premiata da tutti per il suo Qde 2004. Tra i vini dolci, a parte i pluripremiati Vin Santo di Avignonesi (solo 2 mila bottiglie l’anno a oltre 300 euro l’una) ecco l’incoronazione per la Malvasia di Bosa (in particolare quella di G. Columbu) che ottiene ottimi voti ovunque: un vino non perfetto, ma perfettamente capace di trasmettere emozioni.