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Gusto

Brunello falso, la Finanza svela la truffa

Sequestrati 160 mila litri di vino comune fatto passare per prodotto pregiato. Tutta colpa di un consulente truffaldino

Il vino buono si vende senza frasca. Tanto più se ha l’etichetta di Brunello di Montalcino: così deve aver pensato il consulente che ha organizzato la megatruffa smascherata dalla Guardia di Finanza.

Le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 220 mila bottigle (160 mila litri) di vino comune spacciato per prodotto pregiato e valutato dunque circa quattro milioni di euro.

A organizzare la falsificazione era stata un’organizzazione che avrebbe manipolato l’intera filiera di uno dei vini più famosi del mondo, smascherata grazie a una segnalazione del Consordio dei produttori.

Un consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso.

Secondo gli inquirenti, il professionista avrebbe commercializzato, tra il 2011 e il 2013, ai produttori spacciandolo come Brunello e Rosso di Montalcino, grazie ai documenti originali attestati la docg sottratti nell’ambito del suo lavoro. Tutto, per fortuna, è stato bloccato prima dell’imbottigliamento

Il truffatore avrebbe anche provato a rubare denaro dai conti elettronici di due imprenditori. La Regione Toscana si costituirà parte civile nel processo.

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