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Lavoro

Il lavoro digitale aumenterà il gap di genere?

La quota di donne che sceglie una formazione scientifica è inferiore rispetto a quella degli uomini. Ma il futuro è nelle tecnologie

Se è vero che il futuro è nel digitale, allora è vero che le donne saranno ulteriormente penalizzate. Al momento, infatti, il sesso femminile sembra meno preparato e competente di quello maschile sul fronte della digitalizzazione. A dirlo è Stefano Scarpetta, direttore per l’occupazione, il lavoro e gli affari sociali all’Ocse, secondo cui la quota di donne che sceglie un percorso di studi e un tipo di formazione scientifica è inferiore rispetto a quella degli uomini. Il rischio, dunque, è che le nuove tecnologie accentuino il gap di genere. Fra l’altro, secondo uno studio di PwC, una delle più grandi società di consulenza, nelle prime fasi di passaggio al digitale sarà più colpito il sesso femminile: il 23% dei posti di lavoro delle donne, infatti, sarà potenzialmente a rischio. Invece, nella terza fase verrà ipotecato il 34% dei posti di lavoro tipicamente maschili, contro il 26% di quelli delle donne.

Come rispondere alle sfide del digitale

C’è però anche una buona notizia per il sesso femminile: al momento nei Paesi Ocse, il numero di donne laureate ha superato quello di uomini laureati. Se, però, non vogliono “soccombere” di fronte alle sfide imposte dal digitale, le esponenti del gentil sesso dovranno iniziare a costruirsi una formazione scientifica. Secondo Stefano Scarpetta, la soluzione per evitare un nuovo gap di genere, infatti, è “guidare uomini e donne verso studi che daranno migliori opportunità in futuro”.