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Lavoro

Il balletto dei decimali non cambia la realtà della disoccupazione

I dati di agosto dell’Istat raccontano un tasso di 11,2% di senza lavoro. Disoccupazione giovanile al 35,1%, ma c’è il solito calo degli inattivi

Il tasso di disoccupazione scende all’11,2% ad agosto 2017, in calo dello 0,2% da luglio e dello 0,4% in anno. L’aumento degli occupat segna +36 mila in un mese e +375 mila unità da agosto 2016. Il tasso di occupazione sale così al 58,2%, grazie solamente alle donne (48,9%) e ai lavoratori a termine ( dei 417 mila lavoratori dipendenti in più, 350 mila sono a termine). Nel complesso, a crescere sono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+354 mila), ma crescono anche i 15-34enni (+167 mila). La disoccupazione giovanile scende così al 35,1% (-0,2%).

Disoccupazione, basta con il balletto dei decimali

«Tra gli elementi positivi si segnala l’ulteriore aumento degli occupati e del tasso di occupazione e di attività (trainati dalla componente femminile, ai massimi storici), nonché il fatto che la creazione di posti di lavoro è più diffusa per classi di età rispetto al recente passato (ovvero non è limitata ai lavoratori più anziani)», spiegano gli analisti di Intesa Sanpaolo. «Tuttavia, una nota di cautela viene dal fatto che la nuova occupazione creata ad agosto è interamente temporanea, presumibilmente trainata dal turismo: ciò potrebbe indurre una correzione a settembre-ottobre. In ogni caso, le elevate intenzioni di assunzione delle imprese (ai massimi dal 1999 secondo l’indagine PMI sulle aziende manifatturiere) sono coerenti con un ulteriore calo del tasso dei senza-lavoro nei prossimi mesi. Ma potremmo vedere una disoccupazione stabilmente sotto l’11% solo a 2018 inoltrato».

Ecco qui, dopo il solito balletto delle cifre, con la riflessione su spostamenti minimi nell’ordine di pochi decimali, presto avremo dati in controtendenza. E poco importa se l’ex premier Matteo Renzi esulta sui social: «Continua a scendere la disoccupazione, continua a crescere il numero dei posti di lavoro. Sono spariti i gufi anti JobsAct e tutti quelli che in questi anni hanno urlato e protestato scelgono la linea del silenzio. Bene». Siamo fermi al balletto delle poche migliaia di posti di lavoro, mentre la disoccupazione resta un’emergenza per il Paese. E l’estate non può bastare a risolverla.