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Hi-Tech

Smart Home, agli italiani la casa piace connessa

Il giro di affari vale già 185 milioni di euro per sicurezza ed energia. E con l’arrivo dei colossi il 2017 promette scintille nel mercato dell’Internet of Things: sicurezza e risparmio energetico al primo posto

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L’Internet of Things entra nelle case degli italiani e il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016, +23% rispetto all’anno precedente. Ma il suo potenziale è davvero enorme, perché la casa connessa si propone come il fulcro dell’ecosistema “internet delle cose”, capace di trainare dietro di sé diversi settori chiave del Made in Italy. E il 2017 promette scintille con lo sbarco di colossi come Amazon e Google (Nest). Sono questi alcuni dei risultati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano (osservatori.net) presentata al convegno Smart Home: l’Internet of Things entra dalla porta di casa.

Grazie alla collaborazione con Doxa, si è scoperto che il 26% dei consumatori italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Anzi, i consumatori non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi da parte di hacker: il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati.

I possibili impieghi sono molti e variegati, però la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è dedicata alla sicurezza – tra videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento – seguita dalla gestione energetica, come le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%).

«L’Internet of Things sta iniziando a entrare nelle case degli italiani, ma quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un percorso di crescita dal grande potenziale», dice Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things. Verso la casa connessa infatti oggi si muovono grandi player globali, startup, retailer, produttori, assicurazioni, utility e operatori delle telecomunicazioni. Per aprire davvero la porta all’innovazione è fondamentale offrire nuovi servizi ai consumatori: quelli più elementari come l’installazione, ancora indispensabile per una fetta importante della popolazione, e quelli evoluti che possano convincere gli utenti ancora scettici sul valore di una casa connessa».