L’Unione Europea verso il mercato unico dell’energia

Quello dell’importazione di energia dall’estero (che è il 53% del fabbisogno europeo, con un costo di ben 400 milioni di euro) è fra i tanti temi che verranno affrontanti durante il terzo Forum sull’energia, che si terrà al Palazzo Mezzanotte di Milano. L’Osservatorio permanente di Engie (ex Gdf Suez), multinazionale francese orientata verso le energie rinnovabili, promuove il forum “L’Unione energetica europea: quali benefici per i consumatori”, che mette al centro della discussione una particolare attenzione per il cittadino, il soggetto che più sembra soffrire di un mancato fronte comune tra Stati europei sul tema energia.

ENERGY UNION. Da 20 anni, infatti, l’Unione Europea lavora sul processo di integrazione del mercato unico dell’energia, ma non sembra ancora possibile districarsi tra le varie complessità nazionali: ci prova il pacchetto Energy Union, che tenta di creare un unico mercato europeo dell’energia. Tale sistema avrebbe come primo beneficio la riduzione della dipendenza energetica dall’estero e un risparmio tangibile per i consumatori.

TASSAZIONE ENERGETICA. A ricadere sulle tasche dei cittadini è prima di tutto è il livello di tassazione energetica, alto in tutta Europa, e ancora più pesante per gli italiani. Le tasse sull’energia pesano sul Pil italiano per il 2,9%, e il prezzo dei servizi colloca l’Italia sempre al primo o secondo posto per i costi sobbarcati dalle famiglie rispetto ai 4 maggiori Paesi europei (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna), oneri comunque sempre al di sopra della media del Vecchio Continente.

INCENTIVI ALLE RINNOVABILI. Pesano sugli italiani anche gli incentivi alle rinnovabili, che nel 2014 sono costati allo Stato ben 12 miliardi di euro, di cui 10 prelevati dalle bollette. È comunque dalle rinnovabili, e soprattutto dall’utilizzo del gas (che è complementare all’energia verde) che in futuro deriverà un tangibile miglioramento della qualità dell’ambiente. Sviluppo positivo, questo, che significherà anche risparmio per i cittadini, dato il costo della CO2 derivata dalla produzione di carbone fossile e gli scarsi risultati ottenuti da soluzioni fallimentari quali le “carbon tax” adottate dalle singole nazioni.

MERCATO LIBERO. Oltre ad un’attenzione in più per l’energia pulita, notevoli risparmi deriveranno anche dal mercato libero e dal moltiplicarsi del numero di fornitori fra cui scegliere. Quasi l’8% degli italiani ha scelto di cambiare azienda erogante nel 2013; più della media europea del 6% (superando tedeschi – 6% – e soprattutto i francesi, con appena il 2% di variazioni; meno invece di britannici e spagnoli, rispettivamente con il 12 e 13 %). La libertà di scegliere il proprio fornitore e, in questo modo, di decidere quale offerta faccia più al caso proprio in termini di prezzi e servizi, avrà immediati effetti positivi sulle bollette; maggiore concorrenza significherà inoltre uno stimolo in più all’innovazione.

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