Catricalà resta all’Antitrust, problema Energia

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato preferisce evitare veti incrociati dal Parlamento che paralizzerebbero Antitrust ed Energia. Ora, però, c’è il problema sui vertici dell’Autorità per l’Energia, in scadenza il prossimo 15 dicembre

“Sono un uomo delle istituzioni e non voglio consentire che l’Autorità che presiedo e l’Autorità dell’Energia siano paralizzate da veti incrociati che pur non riguardano la mia persona”. Con queste parole l’attuale presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, rifiuta la poltrona dell’autorità dell’Energia una nomina che doveva solo essere formalizzata . Con una lettera rivola al presidente del consiglio, Silvio Berluconi, Catricalà ha rinunciato così la nomina che avrebbe dovuto ottenere il consenso (vincolante) di una maggioranza qualificata di due terzi nelle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. L’esame in Commissione sarebbe dovuto iniziare mercoledì alla Camera ma già era emerso il parere contrario dei partiti Futuro e Libertà e Partito Democratico a promuovere la sua nomina senza prima aver risolto la successione all’Antitrust. Nel caso, infatti, non venga individuato un nuovo presidente dell’Autorità per la concorrenza la reggenza dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato spetta al componente più anziano: si sarebbe trattato,in questo caso, del commissario Antonio Pilati, considerato un uomo troppo vicino all’attuale presidente del consiglio. Subito dopo la lettera di Catricalà il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha giudicato “strumentale ed inopportuno” l’aver incrociato la nomina all’Autorità per l’Energia con quella della presidenza dell’Antitrust. Il 15 dicembre scadrà inderogabilmente il mandato settennale dell’attuale presidente, Alessandro Ortis. La scadenza dei vertici di questa autorità costituisce un problema, visto che in assenza di una linea di comando l’organismo non può funzionare.

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