Caro cibo, quanto ci manchi

Dispensa semivuota per tanti disoccupati, malati, vedovi e separati. Nonostante le tonnellate di prodotti alimentari invenduti nei negozi e nei ristoranti, non sono in grado di nutrirsi adeguatamente 3 milioni di individui in Italia, il 4,4% delle famiglie. È il quadro che emerge dai dati di Fondazione Banco Alimentare, che assiste 1,5 milioni di persone

I bambini africani con il ventre gonfio per la fame sono una realtà lontana dalle scuole italiane, eppure la povertà alimentare esiste anche da noi e colpisce soprattutto i più giovani, con conseguenze negative sul loro sviluppo e sulla loro capacità di apprendimento. Non basta infatti riuscire in qualche modo a sfamarsi, per avere un’alimentazione sana sono necessari in media 222,29 euro al mese per due persone e sono in molti a non averli: 1 milione e 50 mila famiglie. Invita all’attenzione su questo tema Fondazione per la Sussidiarietà con la prima indagine qualitativa e quantitativa in Italia, realizzata con le università Cattolica e Milano-Bicocca. Questa analisi apre la strada a un Osservatorio permanente sulla povertà alimentare, con lo scopo di monitorare il fenomeno per poterlo contrastare meglio. Si rivelano preziosi i dati della Fondazione Banco Alimentare, che da vent’anni raccoglie il cibo in eccedenza e lo distribuisce tra chi ne ha bisogno, soprattutto persone disoccupate, malate, vedove o separate. La necessità di conoscere nei dettagli la situazione va oltre l’interesse pratico di essere aggiornati sulla lotta alla povertà alimentare: infatti, un aspetto che aggrava la malnutrizione è l’isolamento in cui si trova chi ne soffre. Le storie dietro i numeri del rapporto parlano di legami sociali deteriorati e di un senso di solitudine diffuso. A livello di opinione pubblica, poi, 3 milioni di persone in stato di bisogno sono quasi invisibili. Questa indagine è un primo passo per cambiare la situazione.

INCIDENZA DELLA POVERTÀ ALIMENTARE

12,4% delle persone in cerca di lavoro

10,3% delle famiglie con tre o più figli

6,7% dei ragazzi con 6-14 anni

6,5% degli anziani con più di 75 anni

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