A Cancun accordo a metà sul clima

Fissati gli obiettivi: mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi e ridurre le emissioni del 40% entro il 2020. Dotazione iniziale di 30 miliardi di dollari che dal 2013 diventeranno 100 miliardi l’anno. “Mancano le regole su come si arriverà a ridurre le emissioni”

Mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi e ridurre le emissioni dal 25 al 40 per cento entro il 2020. Piccolo passo avanti sugli impegni volontari dei paesi per la riduzione delle emissioni. Dopo il mancato accordo di Copenaghen, a Cancun arriva l’approvazione degli impegni da parte della Conferenza delle Parti (Cop), ma si tratta di un accordo che non risolve il problema. A tracciare un bilancio sulla 16esima Conferenza Onu sul cambiamento climatico, Riccardo Valentini, coordinatore italiano per il capitolo Ue del prossimo rapporto Ipcc (Gruppo consulente intergovernativo sul mutamento climatico). A Cancun “le promesse sono state solo ratificate e dovranno diventare concrete. Come ci si arriverà questo non è stato stabilito. Anche mettendo insieme tutte le dichiarazioni – ha spiegato Valentini – , i tagli della Co2 non saranno sufficienti” per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi oltre i quali ci saranno effetti irreversibili. Per quanto riguarda la parte finanziaria si riconoscono al progetto sul clima 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 e 100 miliardi di dollari l’anno dal 2013 al 2020 (come stabilito a Copenaghen) e si mettono le basi per un “fondo verde” ma, secondo l’esperto italiano, mancano le regole. Manca soprattutto la formula che dice come si arriverà a ridurre le emissioni. Gli obiettivi di riduzione prospettati a Cancun vanno dal 25 al 40 per cento al 2020. “Posso dire – ha aggiunto Valentini – di essere soddisfatto a metà. C’è da una parte il riconoscimento importante della scienza e la riapertura agli investimenti in tecnologie pulite, dall’altro però è necessario che queste indicazioni di volontà da parte dei paesi di ridurre le emissioni diventino concrete”. Gli Usa, che hanno giudicato Cancun un “significativo passo avanti”, dichiarano il -17% al 2020 rispetto al 2005 che significa un -4% sul 1990, l’anno di riferimento di Kyoto. Gli unici ad avere una legge sui tagli sono i Paesi dell’Unione Europea (- 20% al 2020 che è stato quasi già raggiunto). Sui risultati di Cancun pesa comunque ancora l’opposizione della Bolivia che ha annunciato ricorso alla Corte di giustizia internazionale sul fatto che c’è stata un’approvazione senza consenso del pacchetto di Cancun. Chiuso l’incontro messicano si guarda a Durban, in Sudafrica, secondo gli esperti il “capolinea” dei negoziati che dovranno, nel dicembre 2011, obbligatoriamente arrivare a un accordo globale per non lasciare il Pianeta senza regole anti-Co2 vista la scadenza di Kyoto a fine 2012.

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