Video sharing, un pericolo per i ragazzi europei

YouTube, siti Web, social network e giochi online associati a contenuti violenti o pornografici, insieme a una varietà di altri rischi di contenuto. Sono i risultati che arrivano dal nuovo report EU Kids Online diffuso in occasione del Safer Internet Day

Pubblicato proprio in occasione della giornata globale dedicata alla sicurezza Internet, ovvero il Safer Internet Day che quest’anno si è festeggia oggi, martedì 5 febbraio, il nuovo report EU Kids Online (di cui OssCom dell’Università Cattolica è il nodo italiano) dà voce direttamente ai ragazzi chiedendo loro quali sono i rischi di Internet che più li infastidiscono. E i risultati fanno, ironia della sorte, il giro della Rete: dalla domanda “Quali cose su internet potrebbero infastidire i ragazzi della tua età?” rivolta a 9.904 giovanissimi tra i 9-16 anni di 25 Paesi europei diversi emerge che i ragazzi associano le piattaforme di video sharing a contenuti violenti o pornografici, insieme a una varietà di altri rischi di contenuto. Facendo esplicitamente riferimento a piattaforme e servizi online, il 32% cita infatti siti di video sharing come YouTube, il 29% siti Web, il 13% i social network e il 10% giochi online.Nonostante i giovanissimi siano abituati alle immagini cruenti di film e programmi televisivi, i ragazzi raccontano di essere scioccati o turbati – mentre navigano in Rete – da immagini cruente, come l’uccisione o il maltrattamento di animali, e perfino dalle notizie. In particolare, YouTube viene segnalato come fonte di preoccupazione o fastidio perché reale (o troppo realistico) e perché facilmente e immediatamente condivisibile nel gruppo dei pari. Insomma, i contenuti online fanno paura e spaventano.Il 23% dei ragazzi che citano i contenuti “paurosi” dicono di essersi sentiti spaventati mentre il 5% di chi parla della pornografia online usa la parola “disgusto” e, fra tutti quelli che hanno detto di essere disgustati da contenuti online, il 28% lo associa a contenuti sessuali. Danno un senso di “fastidio”, invece, i contenuti commerciali (lo afferma il 15% di chi ha citato contenuti commerciali come i pop-up).Anche il recente aumento degli episodi di bullismo e sexting connessi all’uso diffuso dei social network e di strumenti personali di accesso alla rete ha un impatto sulle ansie dei giovani europei, più preoccupati dai rischi di comportamento (19%) rispetto a quelli di contatto (13%) e poco interessati alle paure degli adulti.

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