Verso gli Stati Uniti d’Europa, si lavora al futuro dell’Unione

Elezioni contemporanee in tutto il continente per eleggere il presidente di Commissione che potrà formare un governo europeo, la nascita di un Fondo monetario e, forse, un esercito. Le linee guida dei Paesi membri per un’Europa più unità perché “la crisi ha una dimensione politica”

Un Europa politicamente più forte per reagire alle crisi future e per rendere “Unione ed euro irreversibili”, anche perché la crisi sui mercati finanziari “ha una dimensione politica”. I rappresentanti dei principali Stati membri sono al lavoro a una bozza di riforma dell’Unione europea, più forte, è molto più vicina a quegli ‘Stati Uniti d’Europa’ che possano condividere politiche economiche, di bilancio e fiscali.Nel documento – su cui stanno lavorando i ministri degli Esteri di Austria, Belgio, Danimarca, Italia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Spagna – si parla di un Parlamento più vicino alle realtà nazionali, cui affiancare una seconda Camera federale; un’estensione delle materie in cui è possibile procedere alle decisioni con maggioranza qualificata e un presidente della Commissione europea ‘più forte’, in grado di poter scegliere i membri del suo governo. “Nonostante intensi sforzi di consolidamento e di stabilizzazione – si legge nel documento presentato dall’Ansa – la crisi non è finita. Conseguenze di vasta portata sui mercati finanziari e sulla economia reale restano una minaccia molto concreta. E la crisi ha una dimensione politica”. Serve quindi rafforzare l’Unione, soprattutto in uno scenario in cui “aumentano nazionalismo e populismo, e diminuiscono solidarietà e senso di appartenenza”.

PROCESSO IRREVERSIBILE. “Stiamo parlando di rendere l’Unione europea e l’euro irreversibili”, si scrive nella bozza di riforma che arriva a poco più di una settimana dal Consiglio europeo del 28 e 29 giugno (dal G20 in Messico il premier italiano, Mario Monti, ha parlato di scelte decisive per l’Europa nei prossimi dieci giorni) . La diplomazia Ue punta a rivedere i trattati per arrivare nel lungo periodo a “un processo di maggiore integrazione”. Nel medio termine si guarda invece a rafforzare il patto di bilancio e si “potrebbe avere un ruolo più forte delle istituzioni europee sui budget nazionali”. L’obiettivo è “superare la situazione di un’unione monetaria di Maastricht senza unione economica”. Il Meccanismo di stabilità europea Esm potrebbe diventare un “fondo monetario europeo”. “Nel medio termine i visti nazionali potrebbero essere superati da un visto europeo”, e c’è chi propone un “esercito europeo” per la difesa comune.

UN PRESIDENTE ELETTO PER L’EUROPA. Il documento affronta poi il cambiamento delle istituzioni: si dovrebbe innanzi tutto aumentare la visibilità democratica del presidente. “Uno step importante potrebbe essere la nomina di un candidato per le prossime elezioni europee”, e si potrebbero tenere le elezioni “in tutti gli Stati membri lo stesso giorno”. Nel lungo periodo, si legge infine, si dovrà affrontare anche il tema “delle funzioni delle istituzioni in un sistema europeo di divisione dei poteri. Questo potrebbe comportare un presidente direttamente eletto che scelga i membri del suo governo europeo un Parlamento europeo capace di prendere iniziativa legislativa, e una seconda Camera per gli Stati membri”.

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