Perché non è cambiato niente dalle ultime elezioni politiche

Gli errori di Bersani, il recupero di Berlusconi, i no di Grillo, il sì di Letta, il referendum di Renzi, l'approdo a Gentiloni: tutto quello che è capitano al nostro Paese dalle ultime elezioni politiche in Italia

Ultime elezioni politiche in Italia: che cosa è cambiato dal 2013? Poco o niente, è il caso di dirlo. Sono cambiati alcuni volti, son tornati in auge tanti nomi che sembravano in difficoltà ma resta lo spettro dell’ingovernabilità. Matteo Renzi sembra irrimediabilmente indebolito dalle vicende seguite al referendum costituzionale che ne hanno causato la caduta. Silvio Berlusconi è tornato in lizza per la vittoria grazie alla nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, ma dovrà gestire l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini. Il Movimento 5 Stelle punta alla vittoria, ma sembra aver perso l’abbrivio di qualche anno fa. Ci sarà dunque un altro governo “non scelto dal popolo”, come si sente spesso ripetere? Andiamo a rileggere la storia degli ultimi anni per capire come si è arrivati a questo punto.

Ultime elezioni politiche in Italia: i risultati 2013

Le ultime elezioni politiche in Italia del 2013 si sono tenute domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre dell’anno precedente, quattro mesi prima della conclusione naturale della XVI legislatura (iniziata dal governo Berlusconi e conclusa con Monti premier). La consultazione elettorale si è svolta con il cosiddetto Porcellum e ha registrato un’affluenza del 75%. Dai risultati elettorali emerge che nessuna delle coalizioni ha potuto ottenere una vittoria netta, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane.

Lo scenario politico che si è formato fu ben diverso dalla consultazione di 5 anni prima, , in cui il bipolarismo sembrò rafforzarsi con i due principali partiti che correvano alleati con una sola lista minore in tutte le circoscrizioni, le quali ottennero più del 90% degli scranni in entrambe le Camere. Tra la “non vittoria” del Centrosinistra e la “non sconfitta” del Centrodestra, le elezioni sono state segnate dall’impressionante ascesa del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, il primo partito alla Camera dei Deputati con il 25,55% dei consensi. Il Pd è stato il primo partito per numero di voti e colazione di Centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani ha ottenuto il premio di maggioranza (345 seggi su 630) dalla Camera. Al Senato invece, nessuna delle coalizioni raggiunge la maggioranza assoluta di 158 seggi.

UNO SGUARDO ALLE PROSSIME ELEZIONI

Il governo di Enrico Letta

Nei giorni e nelle settimane successive alle elezioni, si creò una situazione perdurante di stallo politico, che ha visto fra le altre cose, la creazione di un gruppo di 10 saggi da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per cercare una soluzione condivisa fra le forze politiche, e successivamente, la rielezione di Napolitano stesso al Quirinale. Lo stallo politico si risolse solamente due mesi dopo le elezioni, il 28 aprile, con la formazione del governo da parte del premier incaricato Enrico Letta.

Palla a Matteo Renzi

Il governo Letta durò poco e il premier si dimise il 13 febbraio 2014. Tre giorni dopo Matteo Renzi ricevette l’incarico di formare un nuovo Governo dal presidente della Repubblica, in conseguenza del fatto che il 13 febbraio la Direzione Nazionale del Partito Democratico aveva rilevato «la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo». Un’avventura discussa e contestata – mentre nel frattempo al Quirinale è salito Sergio Mattarella – che si è conclusa tre giorni dopo l’esito negativo del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, A succedere al governo è stato Paolo Gentiloni, ex ministro degli Affari esteri.

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