Triangolo delle Bermuda, la risposta arriva dall’Oceano Artico

Alcuni ricercatori norvegesi hanno tentato di risolvere l’enigma

Il Triangolo delle Bermuda è un mistero che tiene banco da decenni. Ora, alcuni ricercatori avrebbero trovato il bandolo della matassa, fornendo una nuova interpretazione per le misteriose sparizioni ancora senza spiegazione.

L’IPOTESI. A formulare l’ennesima ipotesi in discussione sono i ricercatori della Arctic University di Norvegia, che hanno motivato le misteriose sparizioni di imbarcazioni avvenute nel Triangolo delle Bermuda con la presenza di enormi buche causate da importanti scoppi di gas. I ricercatori norvegesi hanno ipotizzato la presenza di tali crateri nel Triangolo delle Bermuda dopo l’osservazione del fenomeno nel mare di Barents, a nord della Norvegia: lì, infatti, si crea un punto di rilascio per il metano marino dell’Oceano Artico che, esplodendo, dà origine a cavità molto pericolose per le navi che vi transitano sopra, poiché la presenza delle buche sul fondo causa temibili vortici in grado di risucchiare le imbarcazioni che navigano sulla superficie.

MISTERO RISOLTO?. Secondo gli scienziati tale fenomeno potrebbe essere molto simile a quello che sta avvenendo sul misterioso tratto di oceano tra le Bermuda, Porto Rico e la Florida: nessun fenomeno paranormale, dunque, ma gli effetti collaterali di un evento naturale sarebbero all’origine della sparizione, nel 1945, di una squadra di cinque bombardieri della US Navy che non sarebbero più tornati alla base dopo aver sorvolato quel punto. Lo studio verrà presentato alla European Geosciences Union in aprile: per maggiori dettagli, dunque, bisognerà aspettare la pubblicazione della relazione della Arctic University.

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