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Attualità

La sharing mobility conquista l’Italia: +26% in un anno

Sono 5,2 milioni gli italiani che usano mezzi di trasporto condivisi: auto, motorini, bici e monopattini. Boom a Milano e Torino

Dopo una partenza un po’ in sordina, ora finalmente la sharing mobility ha conquistato anche gli italiani. Sono ben 5,2 milioni, infatti, i connazionali che usano mezzi di trasporto condivisi: automobili, motorini, biciclette, ma anche monopattini. Secondo l’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility, nato da un’iniziativa del ministero dell’Ambiente, del ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in un anno i cittadini che si sono affidati alla mobilità condivisa sono aumentati del 26%: nel 2018 erano un milione in più rispetto al 2017. Del resto, lo scorso anno fra carsharing, scootersharing, carpooling, bikesharing e così via, i servizi attivi in Italia hanno raggiunto le 363 unità: 14 in più rispetto al 2017. Complessivamente, nel 2018 gli spostamenti avvenuti in modalità “sharing” sono stati 33 milioni (in media 60 al minuto): il doppio di quelli del 2015. I comuni in cui è attivo almeno un servizio di mobilità condivisa sono 271: il 57% è al nord, con Milano e Torino in testa.

Sharing mobility: funzionano soprattutto le auto

Ma non tutti i mezzi della sharing mobility piacciono allo stesso modo. Ad andare per la maggiore sono le auto: oggi se ne contano 7.961 in condivisione, di cui 6.787 sono “free floating”, ossia si prelevano e si lasciano ovunque, mentre 1.174 sono “station based”, cioè si prelevano e lasciano in appositi spazi. Una buona parte, 2.126, sono elettriche. Bene anche gli scooter: se ne contano 2.240, dei quali il 90% è elettrico. Il bike sharing, invece, è in crisi: in un anno ha perso il 9% di utenti. “Nelle città si va verso i mezzi sempre più piccoli e leggeri. Basti pensare al boom degli scooter che sono a un più 285% o all’arrivo dei monopattini. I servizi legati alle biciclette sono arrivati tutti assieme proponendo un modello identico e invece hanno funzionato solo dove si sono integrate con le esigenze della città e dell’amministrazione come accaduto a Bologna” ha spiegato a Repubblica Massimo Ciuffini, coordinatore dell’Osservatorio. Secondo gli esperti, il 2019 sarà l’anno dei monopattini e delle auto private condivise.