Scuola: primo giorno per 8 milioni di studenti. Mancano gli insegnati

Primo giorno di scuola in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Molte però le cattedre ancora vacanti per via dei ritardi nelle approvazioni delle graduatorie

Primo giorno di scuola per quasi 8 milioni di studenti statali e oltre 939 mila allievi delle scuole paritarie. Oggi i ragazzi di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto sono tornati dietro i banchi di scuola. Il 14 settembre sarà poi la volta delle altre Regioni, con la sola eccezione di Toscana, Puglia, Marche, Lazio ed Emilia: qui le scuole riaprono il 15 settembre. Ad augurare agli allievi un buon inizio di anno scolastico è il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che su Facebook ha scritto: «Stamattina milioni di studenti celebrano il rito del primo giorno di scuola. Con quel carico di aspettative e anche di preoccupazioni che il ritorno tra i banchi porta con sé. Ai nostri ragazzi, alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale della scuola faccio i miei migliori auguri. Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità».

CAPITOLO INSEGNANTI? Tuttavia, se i ragazzi saranno presenti in prima fila a scuola, lo stesso non si potrà dire degli insegnanti. Stando infatti all’ultima rilevazione della rivista specializzata TuttoScuola, le graduatorie di merito del “concorsone” sono 1.484 ma, di queste, ne sono state approvate 462, ossia il 31% del totale. Ragionando in termini di cattedre vacanti, su un totale di 63.712 posti a concorso ne resteranno scoperti 18.871. A infierire, sarebbe stato l’elevato numero di bocciature. Tra le Regioni che risultano maggiormente a buon punto con l’approvazione delle graduatorie, ci sarebbero la Campania (49,5% delle graduatorie pronte), Sicilia, Piemonte e Liguria.

LA REPLICA DEL MINISTRO. «I concorsi per definizione sono procedure selettive (per dirla in burocratese) con cui si cerca di valutare, attraverso criteri meritocratici, chi è sopra una certa asticella e chi è sotto. Mi pare che i risultati di questo concorso siano nella normalità: più della metà dei candidati sono stati promossi, quindi non ho ragione di ritenere che il concorso doveva essere a maglie più larghe», commenta il ministro Giannini. «Le criticità sono quelle di un sistema complesso che ha centinaia di migliaia di insegnanti, milioni di studenti e quindi è fisiologico tutto questo. Quest’anno abbiamo avuto un piano di mobilità straordinaria che ha consentito a 207mila insegnanti o di ritornare a casa loro o di doversi spostare sulla base dell’assunzione siglando uno contratto condiviso con le forze sindacali. Questo ha ovviamente aggravato la macchina amministrativa del ministero, ma le cose si stanno via via dipanando. Quindi si avvierà regolarmente l’anno scolastico con quel fisiologico periodo di assestamento di una settimana-dieci giorni, come peraltro è sempre stato».

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