Riforma Province, approvato il ddl che ne svuota i poteri

Dopo lo stop della Consulta, il governo prepara il riordino territoriale dell’Italia che, questa volta, non arriverà per decreto legge. Il sindaco di Roma, Marino: “Servono chiarimenti sulle città metropolitane”

Province praticamente esautorate, nascita delle Città metropolitane e riorganizzazione delle unioni e delle fusioni dei Comuni. Sono questi i tre punti cardine del Disegno di legge appena approvato dal Consiglio dei ministri che, riunitosi nella mattinata di venerdì 26 luglio, ha rivisto e svuotato in parte i poteri delle amministrazioni provinciali in vista della loro abolizione dalla Carta costituzionale. Un passaggio doveroso considerata la decisione di inizio luglio della Corte costituzionale, che aveva stoppato il riordinamento deciso per decreto dal governo Monti. Il testo del ddl passerà ora all’esame della Conferenza Unificata per poi tornare in Consiglio dei ministri per il varo definitivo.

CITTÀ METROPOLITANE. Sulle città metropolitane è intervenuto, Ignazio Marino, presente in Consiglio dei ministri in quanto il sindaco di Roma. “L’adesione dei comuni alla città metropolitana (di Roma, ndr) deve avvenire entro il 29 febbraio 2014 ma questa data deve essere un termine dinamico per permettere ai comuni più lontani e non confinanti di avere tempo a disposizione per l’adesione. Dal punto di vista di Roma Capitale – spiega Marino – sono d’accordo sull’impianto della legge ma i termini di un eventuale adesione a Roma capitale di tutti i Comuni, data la complessità della provincia di Roma, devono essere meglio precisati, perché così come è scritto nella legge un Comune può aderire solo se confinante con gli altri Comuni che hanno già aderito. Quindi – ci sarebbero dei Comuni come ad esempio Bracciano che non potrebbe aderire se non hanno già aderito già Anguillara e Fiumicino. Questo evidentemente è legato alla complessità geografica del nostro territorio che secondo me -conclude- è un punto che va chiarito nella legge”.

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