Nuove funzioni per il Senato della Repubblica (successivamente Senato delle Autonomie), che non sarà più elettivo ma rappresentato da sindaci e presidenti di Regione (148 in tutto), non voterà la fiducia né il bilancio. Sono queste le linee guida su cui si muoverà il governo Renzi per superare il Bicameralismo perfetto, che resterà solo per le materie costituzionali. Nel progetto di riforma, che riguarda anche il Titolo V della Costituzione, verrà abolito anche il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). Tra riforma del Senato e delle Province, che vengono cancellate anche loro come assemblee elettive, lo Stato risparmierà un miliardo. Ecco, in una sintesi dell’agenzia Ansa, i punti principali della riforma del Senato:
RIFORMA DEL SENATO – LE SLIDE PRESENTATE DAL GOVERNO
CAMERA: è la sola titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e di controllo dell’operato del Governo.
SENATO DELLE AUTONOMIE: secondo il progetto presentato da Renzi «rappresenta le Istituzioni territoriali» ed «esercita la funzione di raccordo tra lo Stato e le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni».
SENATORI: non saranno più eletti dai cittadini: il Senato sarà composto dai Presidenti delle Giunte regionali, e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, dai sindaci dei Capoluogo di Regione e di Provincia autonoma, nonché, per ciascuna Regione, da due consiglieri regionali e da due sindaci. In più si prevede che «21 cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» possano essere nominati senatori dal Presidente della Repubblica. I senatori nominati dal Quirinale rimangono in carica sette anni.
148 SENATORI, SENZA INDENNITÀ: i senatori saranno in tutto 148 e non percepiranno indennità di nessun tipo.
BICAMERALISMO ADDIO: le leggi sono approvate dalla Camera. Entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, può chiedere di esaminarle, proponendo modifiche entro 30 giorni. L’ultima parola è però della Camera che decide entro altri 20 giorni.
RIFORME COSTITUZIONALI: il Senato mantiene l’importante potere di approvare insieme alla Camera le leggi di riforma della Costituzione. Camera e Senato eleggono insieme il presidente della Repubblica.
NUOVE COMPETENZE PER STATO E REGIONI: scompaiono le materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Tornano di competenza esclusiva dello Stato materie come le norme generali sul governo del territorio, il sistema nazionale della protezione civile, la produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia, le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale.
CLAUSOLA UNITÀ NAZIONALE: su proposta del Governo, lo Stato può legiferare su materie di competenza regionale “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica della Repubblica o lo renda necessario la realizzazione di programmi o di riforme economico-sociali di interesse nazionale”.
DEVOLUTION SOFT: Lo Stato può, con una legge approvata a maggioranza assoluta della Camera, devolvere a una o più Regioni la funzione legislativa, “anche su richiesta delle Regioni e per un tempo limitato”.
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