“Carpe diem”: è partita da una (personale) interpretazione della celebre frase di Orazio, il discorso del premier Matteo Renzi al World Economic Forum di Davos. “I tempi sono pieni di rischi, da quello del terrorismo a quello della mancanza di sostenibilità”, ha spiegato il presidente del Consiglio, “ma se le leadership sono in grado investire sul futuro, non solo come problema ma come opportunità, possiamo tornare a dare un messaggio significativo. “Carpe diem”, significa questo». E pazienza se, in realtà, nel pronunciare quel “cogli l’attimo” Orazio veniva mosso da una profonda sfiducia verso l’imponderabile futuro: agli occhi di Renzi, il poeta invitava invece a investire sul domani. Comunque sia, il concetto del premier è arrivato alla platea, dove sedevano anche una nutrita rosa di investitori stranieri come Goldman Sachs e Bank of America.
LA RIFORMA DELLA CREDIBILITA’. Nel suo intervento all’interno della sessione Transformational Leadership, Renzi ha parlato a lungo di cambiamento: “Non voglio descrivere il Paese come un museo, certo la cultura è importante, ma vorrei dire ai miei figli che l’Italia è un laboratorio di esperimenti”. Per il nostro paese, inoltre, “la riforma strutturale più importante è la credibilità e noi non siamo credibili se facciamo le riforme strutturali”, ha aggiunto. “L’Italia è famosa per le sue divisioni, ma questo è il momento di superarle. La vera strategia di oggi è avere una visione”. Sull’Italicum ha poi spiegato: “Con questa riforma della legge elettorale l’Italia avrà un leader per cinque anni. Il nuovo sistema di voto darà infatti stabilità e una leadership chiara. Dobbiamo creare le condizioni perché sia chiaro il vincitore”.
UN’IDEA DIVERSA DI EUROPA. Ma l’Italia non è stata l’unica tema del discorso di Renzi che ha parlato anche di Europa: “Il vero spread è tra le aspettative dei cittadini e i risultati concreti dei leader europei: se l’Europa è solo burocrazia è la fine”. E ancora: “Rispetto l’indipendenza della Bce, ma dia il messaggio che l’Europa deve andare verso un nuovo cammino di crescita. È finito il tempo dell’austerità. Abbiamo bisogno di una diversa idea di Europa”. C’è spazio anche per un mea culpa: rispetto al semestre europeo, il premier ammette “Non so se il risultato è buono”, optando per un esito “a metà e a metà”. Contestualmente, Renzi ha anche rilasciato un’intervista al Wall Street Journal, assestando una spallata alla Germania: prendendo le distanze dalle posizioni di Angela Merkel, ha dichiarato che “la Germania contro il resto del mondo potrebbe essere un errore, la sola via per l’Europa è cambiare direzione e investire nella crescita”. Per poi aggiungere: “Sogno la parità tra euro e dollaro”.
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