Quattro presidenti di Regione, quattro indagati

Da Nord a Sud, Roberto Formigoni, Vasco Errani, Nichi Vendola e Raffaele Lombardo: governatori distanti per ragioni politiche, accomunati da indagini giudiziarie

L’ultimo nome è quello di Roberto Formigoni (Pdl), accusato di corruzione con l’aggravante della trans nazionalità nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Maugeri (Leggi di più); ma il presidente della Regione Lombardia non è l’unico governatore a dover affrontare grane giudiziarie. Con lui ci sono altri tre nomi: il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (Pd), quello della Puglia, Nichi Vendola (Sel), e il dimissionario Raffaele Lombardo (Mpa), attualmente presidente della Regione Sicilia. Quattro governatori distanti per ragioni politiche e geografiche, accomunati per indagini giudiziarie di diversa natura.Per Errani, scrive oggi il Corriere di Bologna, la Procura di Bologna ha richiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico; una richiesta su cui dovrà decidere il giudice dell’udienza preliminari (gup) e che risale a un’indagine di alcuni mesi fa, quando il governatore si presentò spontaneamente in Procura per difendersi da un’accusa di dubbio finanziamento da parte della Regione a una coop agricola di cui era presidente il fratello Giovanni: secondo il pm le carte presentate da Errani contenevano alcune informazioni non veritiere.Per il governatore pugliese Nichi Vendola la grana giudiziaria riguarda una richiesta di rinvio a giudizio per concorso in abuso di ufficio da parte della Procura di Bari. Vendola avrebbe favorito la nomina a primario di un medico amico all’ospedale San Paolo di Bari; secondo i magistrati inquirenti, il governatore avrebbe fatto pressioni sull’allora direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino (anche lei rinviata a giudizio) per riaprire i termini del concorso da primario di chirurgia toracica. Accuse più gravi hanno raggiunto, invece, Raffaele Lombardo. Al presidente della Regione Sicilia è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio dalla Procura di Catania per reato elettorale aggravato dall’associazione mafiosa. Lombardo, recentemente a colloquio con il premier Monti per questioni legate ai conti della Sicilia, ha già annunciato le sue dimissioni per il prossimo 31 luglio.

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