L’ uomo, da quando è nato, ha un “vizietto”. Quello di superare se stesso, di non accontentarsi dei risultati che ha raggiunto e di voler sempre andare oltre. Uno che lo sapeva bene ciò di cui si parla era Icaro il quale, nonostante sia morto per aver provato a volare, resta un eroe positivo, così come positivo è Ulisse e tutti coloro che cercano di superare i limiti raggiunti fino a quel momento. Succeda nella scienza, nello sport, nella meccanica, nell’ingegneria aerospaziale fino a record perfino stupidi come quello di Vladimir Lazyzhenskiy, 60enne russo, che lo scorso agosto è morto soffocato e ustionato dai 110 gradi della sauna che stava facendo insieme a un concorrente. I due si erano sfidati per vedere chi resisteva di più. Non ci sono solo queste schegge impazzite nel mondo dei record, il desiderio di oltrepassare i confini porta l’uomo anche verso imprese ben più degne. Lo sport ne è un ottimo esempio perché nello sport si gareggia per vincere, solo quello conta.John Brenkus, tra i più noti volti televisivi americani in quanto a scienza dello sport, ha messo nero su bianco tutti i record che l’uomo batterà da qui ai prossimi decenni. Come? Con esperimenti da laboratorio, utilizzando 200 atleti come cavie e servendosi di conoscenze fisiche e matematiche per prevedere i primati del futuro. Il libro “The Perfection Point” è già un bestseller negli USA. In quelle pagine Brenkus ha previsto che il primo colpo più piazzato nel golf nel 2152 sarà di ben 497 metri, contro i 419 del pluricampione del mondo Jack Hamm, che detiene il record dal 1993. Nel 2245 verrà fissato un nuovo primato della maratona di 1’57’’57 che polverizzerà il record dell’etiope Haile Gebrselassie di 2’03’’59 a Berlino nel 2008. Ce n’è anche per il nuoto: il record di 20’’91 nei 50 stile libero del brasiliano César Cielo Flho durerà “solo” fino al 2256, quando arriverà chi ce la farà in 18’’51. Tuttavia, Brenkus non deve aver considerato una nuova agghiacciante scoperta, che potrebbe rivelarsi decisiva nella corsa all’ultimo record: il doping genetico, l’ultima frontiera della ricerca scientifica applicata alla genetica. Ne ha parlato tempo fa sulla rivista Science Ted Friedmann, direttore del Centro di Genetica molecolare dell’Università di San Diego in California e consulente dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada). Introdurre in un corpo il “gene del vincitore” pare sempre più possibile: una sorta di Dna taroccato migliorerà le prestazioni atletiche grazie a più ossigeno ai tessuti e più globuli rossi nel sangue. I muscoli si gonfieran no, si alzerà la soglia del dolore e il metabolismo verrà modificato. E’ sufficiente una “iniezione” di nuovo Dna, e il campione è servito. Dopo lo sport, la scienza è l’altro campo dove l’uomo è impegnato quotidianamente a superare i limiti. Il biochimico inglese Abrey De Grey è convinto che potremmo arrivare a vivere fino a mille (mille!) anni. Per ora lo scienziato di Cambridge si sta esercitando sui topi, con l’obiettivo di triplicare la loro vita, ma i suoi studi contro l’invecchiamento sono destinati anche all’uomo. Al Festival della Salute di Viareggio l’anno scorso ci sono andati un po’ più cauti su De Grey, limitandosi a profetizzare il traguardo dei 150 anni di età nel 2050 tramite vaccini, microrobot e la logica delle tre “E”: efficacia delle terapie, efficienza nell’utilizzo delle risorse ed equità nell’elargizione delle cure. Una mano potrebbero darla anche altri scienziati di Cambridge, colleghi di De Grey, convinti che in futuro il raffreddore potrà essere sconfitto del tutto tramite uno spray a base di anticorpi. Anche i limiti della scienza (se così si può dire) meccanica sono superabili. C’è in programma, nei prossimi decenni, la diffusione di una macchina in grado di viaggiare sia per terra, che per aria e per mare e c’è anche chi, come Barack Obama, ha pronosticato per il 2030 la prima missione della Nasa su Marte. La corsa al pianeta rosso voluta dal presidente Usa richiede un piano da 5 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, con 2.500 nuovi posti di lavoro nell’industria Usa. Per il 2015 si attende il primo progetto della Nasa per andare “oltre la Luna”, dopodiché non resta che migliorare di anno in anno fino a Marte. Sempre che prima non sia superato un altro limite, cioè la scoperta del pianeta “gemello” della Terra. Lo scienziato che lo ha già previsto si chiama Samuel Abersman e si è limitato ad applicare i suoi modelli matematici ai 500 pianeti extrasolari scoperti negli ultimi 15 anni. Anche lui, come Icaro, e anche un po’ come tutti gli uomini, è stato contagiato dal “vizietto” di superare i limiti che sembrano dover durare all’infinito.
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