Inutile negarlo. Nella maggior parte dei casi, chi partecipa a una competizione, che sia sportiva, intellettuale o di altro tipo, aspira quasi sempre a vincere. E se conquista la medaglia d’argento è felice solo in parte: da un lato, infatti, il raggiungimento della seconda posizione è sicuramente fonte di soddisfazione, ma dall’altro lascia un po’ d’amaro in bocca. Eppure, arrivare sul gradino medio del podio, alla lunga, ripaga. Anzi, è la cosa migliore, perlomeno in ambito sportivo. A dirlo uno studio statunitense, dell’università della Virginia, ripreso da Quartz, secondo cui i secondi vivono più a lungo e hanno più successo dei primi classificati. Com’è possibile? Semplice: i vincitori della medaglia d’oro subiscono troppe pressioni e concentrano su di sé aspettative spesso eccessive, per cui possono rimanere schiacciati e non riuscire a reiterare i loro successi.
Lo studio rivela che chi conquista una medaglia d’argento diventa più ricco di chi ha vinto la competizione. Dopo la carriera agonistica, infatti, ben il 70% dei secondi classificati trova una nuova occupazione, contro il 20% dei primi arrivati. Non solo. Vive anche più a lungo. Del resto, se è riuscito ad arrivare sul podio significa che ha una buona prestanza fisica. Fra primi e secondi non ci sono grandi differenze: sono spesso della stessa altezza, peso ed età. Alla luce di questi risultati, forse, vale la pena rivedere i propri obiettivi e, più che alla vittoria, aspirare al secondo piazzamento.
© Riproduzione riservata