Lo scandalo delle foto sexy travolge Google

Marty Singer, avvocato delle star vittime dello scandalo, parla di condotta immorale di Google e chiede un indennizzo di 100 milioni di dollari

Quello che finora non è stato messo in dubbio, dalle celebrity americane e dai loro avvocati, è l’opportunità stessa di aver messo online le proprie foto intime. Semmai, si discetta sulla moralità dell’operato di Google, reo di non aver cancellato le foto rubate dagli hacker alle star. Nonostante infatti i 12 solleciti dello studio legale Lavely & Singer, il colosso online non ha rimosso i materiali illeciti dai siti, tanto che sarebbero ancora visibili su YouTube e BlogSpot. Da qui, la decisione dell’avvocato Marty Singer, rappresentante tra gli altri di Jennifer Lawrence, Kate Upton, Rihanna e Selena Gomez, di minacciare di procedere per vie legali chiedendo un indennizzo di 100 milioni di dollari per il danno arrecato alle proprie clienti.

«MILIONI DI PROFITTI VITTIMIZZANDO LE DONNE». «L’immoralità del vostro comportamento è lampante», scrive Singer nella lettera inviata ai Ceo di Google Larry Page, Sergey Brin e al Chairman Eric Schmidt, accusandoli di aver «consapevolmente ammesso, facilitato e perpetuato comportamenti illegali». Per poi aggiungere: «Google sta facendo milioni approfittando della vittimizzazione delle donne. Come risultato del vostro comportamento palesemente immorale, Google è esposta a passività significative e a danni compensatori e punitivi che potrebbero superare i 100 milioni di dollari». Dal canto suo, Google fa notare che la società non può essere considerata responsabile per l’attività di terzi sulle proprie piattaforme.

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