L’inflazione che allarga gli abiti e ci fa sentire più magri

Una taglia 42 di oggi corrisponde ad una 44-46 degli anni Settanta. Ma con gli anni non sono aumentate solo le misure di gonne e pantaloni…

Uno stile di vita sempre più sedentario e abitudini alimentari sempre più improntate all’eccesso ci fanno ingrassare? Nessun problema, a farci sentire un pochino più in forma ci pensa il mondo della moda e l’inflazione delle taglie degli abiti. Non solo nel portafogli, pare infatti che il fenomeno inflazionario si nasconda anche nei nostri guardaroba. A rivelarlo l’ultimo studio dell’Economist. Secondo il settimanale inglese con gli anni le taglie dei nostri vestiti si sono gradualmente allargate. Così un paio di pantaloni che negli anni ’70 riportavano sull’etichetta la taglia 14 (la 48 per noi italiani), oggi si trasformerebbero per magia, guadagnando 10 centimetri in vita e quasi 8 sui fianchi. Insomma una large di ieri sarebbe oggi, soltanto una media. E così via per tutte le taglie, sempre più larghe – e accoglienti – di anno in anno. Un’inflazione questa, che secondo i britannici, non sarebbe solo funzionale all’adeguamento delle taglie degli abiti alla nuova morfologia del corpo, femminile e maschile, ma che celerebbe un terribile inganno volto ad aumentare le vendite. Le donne, ma anche gli uomini, sarebbero infatti più propense ad acquistare abiti di taglie inferiori. Ma l’analisi dell’Economist va oltre, ipotizzando forme di inflazionari anche in altri ambiti delle nostre vite. Dal cibo, le cui porzioni, appaiono sempre più abbondanti, alle stelle degli alberghi, fino ai voti degli esami universitari, tutto con il passare del tempo pari adeguarsi ai nuovi standard.

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