L’ex Bankitalia Antonio Fazio condannato a 4 anni di reclusione

Per la prima volta viene condannato chi ha guidato la Banca d’Italia. Il banchiere era imputato per aggiotaggio nella vicenda della tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. Condanne anche per Consorte e Fiorani, assolto invece l’ex capo di vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca

Quattro anni di carcere e un milione e mezzo di multa per Antonio Fazio, l’ex governatore della Banca d’Italia, condannato sabato 28 maggio per la vicenda della tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. Con lui la decima sezione penale ha inflitto in primo grado 3 anni di reclusione agli allora vertici di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, e all’ex banchiere di Lodi, Gianpiero Fiorani, un anno e 8 mesi. E così, a sei anni dalla tentata scalata di Antonveneta, il Tribunale ha tirato le somme della cosiddetta vicenda dei ‘furbetti del quartierino’ e per la prima volta ha condannato un governatore della Banca d’Italia.Il verdetto ha superato le condanne chieste dai pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta non solo per Fazio e Fiorani, ma anche per quasi tutti i 17 imputati, tra cui il senatore del Pdl Luigi Grillo e l’immobiliarista Luigi Zunino: entrambi hanno preso due anni e 8 mesi di carcere e 850 mila euro di multa. In linea con la pubblica accusa invece la sanzione e la confisca disposta per Unipol, la società che insieme a Nuova Parva (condannata a versare 360 mila euro) è finita a giudizio in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti: 900 mila euro di sanzione pecuniaria e 39,6 milioni confiscati. I reati contestati a vario titolo sono aggiotaggio, appropriazione indebita, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e riciclaggio, reato che è costato sei anni di carcere (la pena più alta) a Francesco Ghioldi, consulente e fiduciario svizzero. Il collegio, presieduto da Gabriella Manfrin, se da un lato è stato severo con l’ex numero uno di Via Nazionale, interdetto anche dai pubblici uffici per cinque anni, ha deciso di assolvere “per non aver commesso il fatto” Francesco Frasca, l’allora capo della vigilanza di palazzo Koch. Una sentenza, quella della magistratura milanese, che Fazio ha definito “una grande ingiustizia” e al telefono con uno dei suoi legali ha ribadito: “Sono sicuro di avere sempre operato per il bene e sono convinto che vada riformata”. Ovviamente la sentenza verrà impugnata

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