Italia: piena fiducia nella scienza

Il 91% degli abitanti del nostro Paese (l’88% in Europa) si fida degli scienziati. Il grande ostacolo? Trovare isole di informazioni attendibili in un mare di fake news. I risultati dell'indagine State of Science Index di 3M

Più di 9 italiani su 10 affermano di riporre piena fiducia nella scienza, una media di poco superiore a quella europea (comunque pari all’88%). Il problema è identificare le fonti mediatiche affidabili in un mondo dove le cosiddette fake news dilagano, in particolare sui social media. È quanto emerge dall’edizione 2022 di State of Science Index (Sosi), indagine globale sullo stato della scienza, condotta da Ipsos per 3M e giunta alla sua quinta edizione.

Diffidenza sulle informazioni diffuse sui social media

Come accennato, sebbene l’88% degli europei intervistati affermi di fidarsi della scienza e l’86% di fidarsi degli scienziati, diventa importante la fonte da cui vengono a conoscenza delle informazioni di carattere scientifico. Solo il 70% degli europei e il 72% degli italiani si fida dei fatti basati sulla scienza nelle notizie sui media tradizionali. Questa fiducia scende rispettivamente al 31% e al 33% per le relative notizie scientifiche diffuse sui social media. La ragione principale che il 48% degli intervistati europei e il 52% degli italiani hanno attribuito a questa mancanza di fiducia è la difficoltà a comprendere quali fonti mediatiche siano credibili.

Un aspetto positivo è rappresentato dal fatto che l’88% degli intervistati italiani (contro il 79% a livello europeo) desidera sapere dagli scienziati maggiori informazioni sul proprio lavoro, e questo offre l’opportunità di una comunicazione più diretta sui media tradizionali e sulle piattaforme social. “Abbiamo la grande opportunità di far fronte comune come comunità scientifica e di porci come i custodi della buona scienza, coinvolgendo direttamente il pubblico per aiutare a combattere la diffusione della disinformazione”, ha dichiarato Marc Routier, presidente di 3M Italia. “Questi dati ci dimostrano che vi è l’opportunità di sfruttare la conoscenza scientifica per educare il pubblico sulle questioni più importanti del momento, dal cambiamento climatico, allo sviluppo dei vaccini, all’intelligenza artificiale.”

Diventa quindi fondamentale affrontare il problema della diffusa disinformazione. Gli intervistati, infatti, ritengono che la mancanza di fiducia nelle notizie relative alla scienza potrebbe portare a conseguenze importanti come, ad esempio, una maggior crisi di salute pubblica (il 57% degli intervistati), più divisioni sociali (lo ritiene il 60% degli italiani) e un incremento della gravità degli effetti del cambiamento climatico (55% degli italiani).

Il cambiamento post pandemico

A livello globale, la pandemia ha indotto molte persone a rivedere la propria visione e il proprio rapporto con la scienza. Considerando l’Europa nel suo complesso, il 45% dichiara di apprezzare maggiormente la scienza rispetto a prima della pandemia. In Italia questa percentuale sale al 54%.

Inoltre, il 42% degli europei considera la scienza molto importante per la propria vita quotidiana (rispetto ad appena il 35% del 2018). E solo un quarto degli europei (24%) è scettico nei confronti della scienza. Infatti, i dati SOSI mostrano che una schiacciante maggioranza di persone in tutto il mondo (97%) guarda alla scienza per risolvere le nostre maggiori sfide sociali. Questa percentuale del 97% viene confermata in Europa e sale al 98% in Italia.

“Il profondo livello di fiducia che le persone nutrono nei confronti della scienza e il ruolo crescente che essa svolge nella loro vita rappresentano dei segnali promettenti per il futuro”, ha concluso Routier. “Noi e la comunità scientifica globale dobbiamo continuare a incoraggiare e a mettere in evidenza voci diverse e fidate nella scienza per contribuire a fronteggiare e risolvere le sfide più difficili a livello globale”.

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